Manager pubblici, Scaroni il più ricco
Resi noti i guadagni relativi al 2005 dei vertici delle società statali e comunali. Dieci milioni per l'ex presidente di Unindustria. Marchi a quota 557 mila
I manager pubblici con stipendi annuali da capogiro. E punte da record. Cifre che un professionista «normale» non potrebbe raggiungere in una vita intera di lavoro. L'elenco dei redditi 2005 di presidenti e amministratori di società pubbliche è stato diffuso ieri dalle prefetture italiane. Elenco che vede saldamente in testa alla classifica dei «più ricchi» il presidente dell'Eni Paolo Scaroni, ex presidente di Unindustria Venezia, oggi dirigente dell'industria petrolifera di Stato.
Scaroni, che è indagato dalla procura di Milano per una presunta truffa sui sistemi di misurazione del gas, ha denunciato al fisco per l'anno 2005 10 milioni e 85 mila euro. Non si tratta solo dello stipendio Eni, ma probabilmente anche di precedenti compensi dell'Enel, altra società statale da lui guidata negli anni precedenti. Una cifra incredibile, che vede staccati di molto anche altri supermanager come Vittorio Mincato, ex presidente Eni, oggi alle Poste con 4.874 mila e Giancarlo Cimoli (Fs, Alitalia) con 2 milioni 955 mila.
In ambito veneziano, il più ricco tra i manager è sicuramente il presidente della Save, Enrico Marchi. denuncia 557.349 euro, più una proprietà di un garage e pacchetti di azioni di Save e Banca popolare. Segue, ma a notevole distanza l'altro manager veneziano alla guida dell'Autorità portuale: Giancarlo Zacchello, imprenditore navale da quattro anni alla guida del porto, denuncia nel 2005 318.736 euro e non meglio precisati «fabbricati e terreni in comproprietà nei territori di Burano, Venezia e Quarto d'Altino».
Tra i nomi «veneziani» da registrare anche quello di Elisabetta Spitz, presidente dell'Agenzia del Demanio e moglie di Marco Follini, autrice degli accordi Comune-Demanio su Punta della Dogana e Arsenale. Dichiara la discreta somma di 486.732 euro per il 2005. Cifra di tutto rispetto anche per l'avvocato mestrino Sandro Trevisanato, che raggiunge quota 413.891. Nell'elenco figura come presidente della Sogei spa, società nazionale informatica con sede a Roma.
Quote piuttosto basse invece per i dirigenti dell'Apt, l'ente provinciale per il turismo. Il presidente Alessandro Peruch dichiara la comproprietà dell'hotel Montecarlo a San Donà di Piave e soltanto 27.740 euro di reddito nella denuncia annuale. Va un po' meglio al direttore generale dell'Azienda turistica Enzo De Biasi, che arriva a quota 114.948 euro.
Nell'elenco anche Davide Rampello, noto in laguna per aver organizzato molte edizioni del Carnevale, oggi presidente della Triennale di Milano, che quanto a reddito nel 2005 ha dichiarato al fisco 240 mila euro.
Tra i veneti compare anche Paolo Sinigaglia, ex presidente di Veneto sviluppo e della compagnia aerea Alpi Eagles, che può vantare una cifra leggermente superiore a quella dell'amico-rivale Enrico Marchi con 577.592 euro l'anno. E del direttore generale della finanziaria, oggi presieduta dall'imprenditrice vicentina Irene Gemmo, Mauro Trapani, che raggiunge quota 243.712. Cifre considerevoli, che toccano picchi oltre i 2 milioni di euro per i manager di Eni, Fs, Enel e Alitalia. Oltre 10 volte la media dei supernager comunali. Che dopo i tagli decisi dall'amministrazione, due anni fa, si devono accontentare. Uniche eccezioni, il direttore generale dell'Actv Maurizio Castagna (arriva a 350 mila euro) e il direttore del Casinò Giancarlo Pagan, che sfiora i 200 mila.
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