Mamma di un giocatore insulta l’arbitra: «Vai a fare la prostituta»
E’ successo a Motta di Livenza la sera dell’8 marzo durante una gara di basket tra la pallacanestro Motta e il Feltre. La diciottenne offesa fa parte della sezione di Padova, ha mandato le squadre negli spogliatoi. La società prende le distanze. Il presidente Zaia chiede il daspo per la spettatrice

«Cosa ci fai qui l'8 marzo? Vai a fare la prostituta, vai a casa».
Questi gli insulti che si è sentita rivolgere un arbitro donna 18enne, durante una partita di basket nel Trevigiano. Ad urlarle le offese dalla tribuna del palazzetto di Motta di Livenza la madre di uno dei giocatori che si trovavano sul parquet.
La giovanissima direttrice di gara, della sezione arbitrale di Padova, dopo essere scoppiata in lacrime, ha mandato le squadre negli spogliatoi, sospendendo la gara. La partita è ripresa una ventina di minuti più tardi, con la vittoria dei locali sugli avversari di Feltre (Belluno).
L'autrice degli insulti, una ultrà della squadra locale, alla fine è stata identificata. Resta da capire se la giovane arbitra deciderà o meno di fare denuncia per le fresi sessiste rivoltele dalla donna.
La società prende le distanze
Questo il comunicato ufficiale firmato dal presidente della Pallacanestro Motta Asd, Gianni Granzotto.
«La Pallacanestro Motta Asd prende fermamente le distanze da quanto accaduto durante la partita della categoria DR1 sabato sera presso il nostro palazzetto e si dissocia da qualsiasi comportamento irrispettoso o offensivo che possa essere stato rivolto nei confronti della coppia arbitrale.
La nostra società, da sempre impegnata nella promozione dei valori dello sport, dell’inclusione e del rispetto, conta nel proprio organico sia allenatrici che atlete, che militano in diverse categorie. Inoltre, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, nei giorni 8 e 9 marzo, abbiamo organizzato eventi e manifestazioni mirate alla sensibilizzazione su tematiche di rispetto e parità di genere.
A conferma del nostro impegno per un ambiente sportivo sano ed educativo, siamo stati i primi nella provincia di Treviso a lanciare il progetto "Me Gusta Fare l'Arbitro", accompagnato dallo slogan "Se fossi tuo figlio, mi urleresti contro?", un'iniziativa che ha come obiettivo la tutela e il rispetto degli arbitri, figure fondamentali per il corretto svolgimento delle competizioni.
Per questi motivi, ribadiamo la nostra netta condanna verso qualsiasi comportamento scorretto e ci impegniamo ad approfondire quanto accaduto per verificare l’effettiva dinamica dei fatti. Solo dopo aver acquisito tutti gli elementi necessari, valuteremo eventuali provvedimenti da adottare.
È doveroso sottolineare che sabato 8 marzo sera erano presenti sugli spalti tifosi di entrambe le squadre, sia della Pallacanestro Motta che del Feltre. Invitiamo pertanto tutti coloro che assistono alle partite a mantenere sempre un atteggiamento rispettoso nei confronti di arbitri, avversari e di chiunque viva il nostro sport con passione e dedizione.
Confidiamo nel senso di responsabilità di tutti affinché episodi simili non abbiano mai spazio nel mondo della pallacanestro».
Il presidente Zaia chiede il daspo
«Se un giovane arbitro donna viene fatta segno di insulti sessisti da parte di un’altra donna, significa che dobbiamo prendere atto con sconcerto che ci sono situazioni nelle quali non esiste più nemmeno la vergogna. Si vergogni invece chi ha profferito quelle offese e sia orgogliosa di sé stessa la giovane arbitra alla quale va tutta la mia solidarietà. Quanto alla colpevole degli insulti, per lei mi auguro il daspo», così il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, in relazione al brutto episodio accaduto nel palazzetto a Motta di Livenza.
«Episodi di questo genere», aggiunge Zaia, «fanno parte di quell’ambito della vita quotidiana nel quale ancora non si è riusciti a eradicare l’aggressività, la violenza, verbale o fisica. Il peggio del peggio è accaduto a Motta, dove insulti sessisti sono stati rivolti ad una donna a un’altra donna. Forza Alice – conclude Zaia – hai dimostrato carattere e resilienza. Continua a coltivare la tua passione con orgoglio e con l’augurio di vederti fischiare su campi di categorie superiori».
Le reazioni del mondo del basket
«Era più arrabbiata per quello che è stato uno sfregio all'8 marzo, la giornata della donna, che non per se stessa». Lo riferisce il presidente della federazione regionale arbitri della Fip, Antonio Florian, che domenica 9 marzo si è sentito telefonicamente con la ragazza insultata per esprimerle profonda solidarietà.
«Mi è parsa abbastanza serena - ha aggiunto il presidente - come se avesse superato lo sconforto iniziale, che però è stato grande in lei soprattutto per le offese che questa spettatrice le ha rivolto proprio nel giorno della festa delle donne», commenta Florian, «E' incredibile e assurdo che nel 2025 si debba ancora combattere contro questo tipo di espressioni sessiste e per il rispetto che, non solo in campo, si deve a tutte le donne».
«Non è più tollerabile, né tanto meno comprensibile, che persone adulte, tanto più anch'esse madri o padri, rivolgano parole vergognose o inviti spregevoli nei confronti di chi arbitra le gare dei campionati». Lo afferma il presidente della Federazione Pallacanestro (Fip) del Veneto, Fabio Crivellaro che bolla come «incommentabile» quanto accaduto a Motta.
«È necessario tornare a un rispetto generale dell'essere umano, in modo particolare considerando che lo sport è fattore di unità, divertimento, amicizie e crescita personale», prosegue Crivellaro, «Come Federazione regionale chiediamo massima collaborazione alle società affinché episodi del genere non accadano nuovamente nelle nostre palestre e invito tutti i genitori che entrano in un palasport a pensare a tifare e non a insultare. Torniamo a respirare un clima di sano spirito sportivo, pensando più al basket giocato che alle polemiche».
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