MALASANITA'Prima escludono la sospetta trombosi, poi la ricoverano in rianimazione
Dopo un’attesa di tre ore era stata visitata da un angiologo e rimandata a casa. Un’ora dopo, però, un fortissimo mal di testa e la telefonata al 118, con l’ambulanza che la porta d’urgenza in ospedale. Una donna mestrina di 69 anni è ora ricoverata in Rianimazione

MESTRE.
Lunedì mattina si è presentata al Pronto soccorso con la caviglia gonfia per una sospetta trombosi. Dopo un’attesa di tre ore è stata visitata da un angiologo e rimandata a casa. Un’ora dopo, però, un fortissimo mal di testa e la telefonata al 118, con l’ambulanza che la porta d’urgenza in ospedale. Una donna mestrina di 69 anni è ora ricoverata in Rianimazione all’ospedale dell’Angelo.
La donna si era presentata al Pronto soccorso dell’ospedale dell’Angelo, accompagnata da un famigliare, perchè preoccupata per una caviglia gonfia e dolorante. Un sintomo che l’aveva preoccupata, perchè poteva essere quello di una Tvp, una trombosi venosa profonda, ovvero l’ostruzione di una vena profonda (nella quasi totalità dei casi viene coinvolta una delle gambe) da parte di un coagulo di sangue.
Un rischio che le era noto, dato che per quel dolore aveva consultato anche il proprio medico di base. In mano, infatti, la donna aveva anche l’impegnativa del proprio medico di famiglia con la richiesta di una visita angiologica per sospetta trombosi.
La donna, come da prassi, viene vista dall’infermiere del triage, al quale spetta il compito di stabilire la priorità nel soccorso sulla base dei sintomi visibili o dichiarati dal paziente o da chi lo accompagna. La donna viene invitata ad accomodarsi e aspetta tre ore nella sala d’attesa del Pronto soccorso. Dato che in servizio c’è anche un angiologo - e non sempre questa presenza è garantita - la paziente viene visitata proprio dallo specialista.
L’angiologo, sulla base di un primo esame visivo della gamba, l’avrebbe tranquillizzata dicendo che non vedeva segni evidenti di trombosi. Intanto le somministra una fiala con un farmaco che abbassa la coagulazione e fluidifica il sangue.
Per confermare la prima, sommaria, diagnosi, però, la invita a ritornare il giorno seguente per sottoporsi a un ecocolordoppler. Si tratta dell’esame più indicato per verificare l’eventuale occlusione della vena. Un esame indolore che si effettua schiacciando con la sonda dell’ecografo la pelle nel punto in cui si sospetta ci sia la trombosi.
Questo esame, però, la donna non arriverà mai a farlo. Appena tornata a casa, infatti, la donna cerca di mettersi comoda. Un’ora dopo, però, all’improvviso viene assalita da un fortissimo mal di testa. Un dolore insopportabile. In quelle condizioni non può certo attendere il giorno dopo. Chiama il 118 e un’ambulanza va a prenderla a casa e la riaccompagna al Pronto soccorso che aveva lasciato poco prima.
A questo punto l’attenzione dei sanitari viene focalizzata non tanto sulla caviglia gonfia, ma sui forti dolori alla testa. La donna viene sottoposta ai dovuti accertamenti. Nel frattempo, la situazione precipita. La donna viene ricoverata in Rianimazione. Sarebbe stata colpita da una emorragia cerebrale.
Da una visita di controllo per una sospetta trombosi al ricovero in Rianimazione, dopo essere stata rimandata a casa, nell’arco di nemmeno 24 ore. Una vicenda che ha comprensibilmente sconvolto i famigliari della 69enne mestrina. Persone che ora vogliono capire come sia potuto succedere. Se si tratti di una tragica fatalità oppure se questo precipitare degli eventi avrebbe potuto essere in qualche modo evitato. Se un’ecodoppler effettuato tempestivamente avrebbe potuto cambiare le cose. Spiegazioni che i famigliari si attendono dai sanitari dell’ospedale dell’Angelo.
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