L'Asl 12 scarica la Carive dopo il mancato prestito per gli stipendi dei medici

Il direttore generale dell’Asl 12, Antonio Padoan: «Bando per un nuovo tesoriere» E attacca la Regione per lo storico sottofinanziamento
L'Ospedale all'Angelo
L'Ospedale all'Angelo
MESTRE.
L’Asl 12 silura la Cassa di risparmio di Venezia. «Allo scadere del contratto cambieremo il servizio di tesoreria» ha fatto sapere ieri il direttore generale Antonio Padoan nell’ambito di una conferenza stampa in cui ha illustrato i motivi per cui l’Asl veneziana è riuscita a pagare con difficoltà gli stipendi ai dipendenti del comparto e ha lasciato senza un euro medici ospedalieri, medici di famiglia e pediatri. La Carive paga in questo modo il rifiuto espresso nei giorni scorsi all’anticipo di 50 milioni all’Asl (che gliene dà 551 all’anno da amministrare) per il pagamento degli stipendi del personale dipendente e convenzionato.


«Sta passando l’idea che l’Asl veneziana è fatta da spendaccioni che buttano il denaro, per questo non ne avrebbe più per pagare gli stipendi. Non è così. Siamo sottofinanziati rispetto alle altre Asl e lo siamo dal 1996, anno dell’unificazione. Mestre fagocitò Venezia e da lì è cominciato il buco di cassa, perché la Regione favorì le nozze stanziando una dote di 100 miliardi di lire, ma solo come una tantum. Così il deficit che nel 1996 era al 3,2 per cento schizzò l’anno dopo al 9,4 per cento». Non è tutto. «Dalla Regione avanziamo 188 milioni di euro» ha voluto ricordare Padoan.


Per corroborare l’accusa di sottofinanziamento il direttore generale rispolvera carte, numeri, tabelle che illustrano da tutti i punti di vista la difficile realtà veneziana. Nell’Asl 12 c’è il maggior numero di anziani ultra 65enni di tutto il Veneto: la media regionale è del 19,52 per cento, nell’Asl 12 sale al 25 con una concentrazione nel centro storico di ben il 28,72 per cento. Anche l’indice di vecchiaia penalizza Venezia: nel 2007 nel Veneto era pari al 139 per cento, nell’Asl 12 era del 211 per cento e nel centro storico del 263. E il ricovero di ogni paziente anziano coincide con un’impennata dei costi.


La Regione fissa la popolazione dell’Asl 12 in 304 mila assistiti? Bisognerebbe aggiungere i 27 mila cittadini (fantasmi per la Regione) temporaneamente presenti che si avvalgono dei servizi e delle cure sanitarie e socio assistenziali. Non aiuta nemmeno l’epidemiologia. La prevalenza di tumori (colon retto, polmone e mammella) a Venezia è la più alta del Veneto. Ci sono inoltre oltre 46mila esenti per malattie ipertensive; 19.655 per affezioni del sistema cardio-circolatorio, 16.356 per tumori, altre decine di migliaia per invalidità, diabete, ipercolesterolemia, glaucoma, asma. Tutte cose note, di cui nessuno dubita. Ma erano vere anche a novembre: come mai a novembre sono stati pagati gli stipendi? E saranno vere anche il prossimo marzo: mancheranno gli stipendi anche a marzo?


Stretto sul punto cruciale, che ha cercato inutilmente di coprire con una montagna di numeri, Padoan dimostra di non aver alcuna voglia di polemizzare con la giunta regionale. Eppure è da lì che non arriva l’autorizzazione a pagare. Alla fine lo ammette: «Se mi avessero dato 1/12 di quei 551 milioni che è la cifra annuale del fondo sanitario regionale, per quanto sottostimata e insufficente per tutti i motivi che ho detto, certo che avrei pagato gli stipendi. Ma non mi hanno detto niente. Ho saputo che i soldi non c’erano il 15 gennaio».

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia