L’amore in passerella a Venezia 80 è soltanto dolore: al Lido niente lieto fine

alla Mostra del Cinema i rimpianti in “Hors-Saison” di Stéphane Brizé con Alba Rohrwacher.

In “Memory” il tema dei ricordi. Orgoglio trans nel polacco “Woman of...”

Manuela Pivato
Jessica Chastain sul red carpet della Mostra del Cinema di Venezia
Jessica Chastain sul red carpet della Mostra del Cinema di Venezia

L’amore, finalmente, anche se è tutto una lacrima, un rinpianto, un non detto, un detto troppo o detto male; e la speranza di una vita più felice, in coppia o con se stessi, arranca fino ai titoli di coda. Venezia 80 non contempla il lieto fine, illuminando il dolore come (quasi) unica forma di legame, e da lì non scappa nessuno, né gli amanti che si ritrovano casualmente, né chi è in fuga dal proprio passato, né chi vuole un’altra identità di genere.

Sbarca al Lido “Hors-Saison” di Stéphane Brizé (in Concorso) con Guillaume Canet e Alba Rohrwacher in abito lungo bianco; ed è subito passerella apprezzatissima dai fan dietro le transenne che reclamano selfie chi con Maria Grazia Cucinotta, chi con Lino Banfi, Alba Parietti, Raf, Levante.

Alba Rohrwacher
Alba Rohrwacher

Il film racconta la malinconia del “fuori stagione” tra un attore di successo, ma in crisi, che va a rigenerarsi nella spa di una località balneare nell’ovest della Francia, e un’insegnate di pianoforte: quindici anni prima si erano amati parecchio e ora si rincontrano per caso.

«Ho vissuto con la disillusione dei miei protagonisti, con la loro forma di disperazione» spiega il regista in conferenza stampa «sono personaggi che oscillano tra la propria corazza e l’audacia di uscire dalla comfort zone per vivere emozioni che si concedevano non da tempo».

«Ho letto la sceneggiatura in aereo da Parigi a Roma e sono rimasta talmente coinvolta che ho incominciato a ridere e piangere» dice Alba Rohrwacher con quella sua voce sottile. «Ero nelle mani di qualcuno che sapeva reggermi e quando questo accade è miracoloso».

Il fuori stagione dei luoghi e dell’anima, quell’attimo struggente per il tempo perduto, diventa il “fuori posto” in “Memory" (in Concorso) del regista messicano Michel Franco, alla sua terza Mostra del Cinema in tre anni, interpretato da Peter Sarsgaard e una straordinaria Jessica Chastain, venerata in passerella, dopo l’apparizione alla sfilata di Armani, da chi l’aspettava sotto il sole fin dal mattino.

New York fa da sfondo alla storia disperata tra i due protagonisti la cui esistenza viene sconvolta dopo una riunione tra ex compagni di scuola. Lei non vuole ricordare un passato lacerante, lui invece vorrebbe ricordare, ma lo fa sempre meno, e sempre con più fatica, perché la demenza gli sta mangiando il cervello.

Un film, come ha spiegato il regista, su persone «che per qualsiasi motivo si perdono nelle maglie della società. La mia più grande paura è perdere la memoria, la mia mente. Se non sai chi sei, sei sempre te stesso, ma se non ti ricordi da dove vieni, è quella la cosa che mi fa più spaventa». Peter Sarsgaard, dal canto suo, si è commosso in conferenza stampa parlando dello zio, al quale era molto legato, affetto da demenza a nemmeno cinquant’ anni.

Qui non c’è nessuna Amal Clooney con l’amore per George «che toglie il respiro». L’amore alla Mostra del Cinema è cupissimo, come quello del film polacco (in Concorso) “Woman of...” di Malgorzata Szumowska e Michal Engler, storia di orgoglio trans che racconta la vita di Aniela Wesoły, nata uomo e diventata donna grazie al suo sconfinato amore per la libertà e per se stessa.

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