L’allarme di Cacciari scuote la città

Zaccariotto: «Collaboriamo contro la crisi». Baretta: «Governo assente»
«La crisi può far esplodere le tensioni sociali». L’allarme sulla crisi economica e il rischio di perdere 5/6 mila posti di lavoro con la chiusura del ciclo del cloro a Porto Marghera, lanciato dal sindaco Cacciari dalle pagine del nostro giornale, scuote il mondo politico veneziano.


La presidente della Provincia Francesca Zaccariotto martedì incontrerà i sindacalisti del polo chimico. Cacciari l’ha invitata a collaborare. Se chiude il ciclo del cloro, ha detto il sindaco, saranno 5/6 mila i posti di lavoro in meno con un effetto domino sugli impianti di Ferrara, Ravenna e Mantova. «Di fronte alla gravità della situazione, io non parlo di divisioni politiche. Sono d’accordo con Cacciari, la questione di Porto Marghera è stata al primo punto nel nostro colloquio - dice la Zaccariotto - e lavoreremo assieme. Ma basta ricette, si parta dal protocollo d’intesa del 2006, firmato da tutti gli enti interessati». Un «cambio di atteggiamento» della Provincia se lo augura comunque il deputato Andrea Martella, dirigente nazionale del Partito Democratico.


«Vanno evitate le tensioni sociali dando risposte ai lavoratori - dice - Regione, Comune e Provincia devono intervenire presso le banche per bloccare ai lavoratori, che rischiano il posto, il pagamento degli interessi sui mutui con politiche di sostegno agli affitti e riduzione delle tariffe locali». E per il futuro di Porto Marghera e della chimica è bene che «l’Eni decida una volta per tutte di non uscire dalla chimica ma anzi costituisca una società ad hoc per tenere in vita questa settore». Decisivo anche il ruolo del governo, dice Martella, «che finora non ha fatto molto e che invece deve affrontare la vicenda della chimica come ha fatto con l’Alitalia e garantendo le risorse per le bonifiche». Sulla stessa linea l’analisi del presidente della Municipalità di Favaro Gabriele Scaramuzza, coordinatore provinciale del Pd: «L’accordo di programma del 2006 è il punto di partenza. Ci vuole uno sforzo straordinario con precise assunzioni di responsabilità del governo. O si ha il coraggio di dire che per Porto Marghera serve un intervento simile ad Alitalia o difficilmente se ne esce». E Valter Vanni, della direzione regionale ricorda: «Non c’è incompatibilità tra chimica e logistica.


Lo stesso ministro dei trasporti quando cita i dati della Germania dove dopo l’industria dell’auto e della chimica, la terza fonte di lavoro è la logistica. Se ci riescono loro, dobbiamo farlo pure noi». Pierpaolo Baretta, capogruppo Pd in commissione Bilancio della Camera ed ex segretario della Cisl parla di un allarme «giustificato» di Cacciari e ricorda le risponste «deludenti del governo che non indica una via di uscita» ad una sua recente interrogazione sulla crisi a Porto Marghera. «Chiudere il ciclo del cloro significa portare al collasso la chimica. Sarebbe un errore tragico che investirebbe il territorio veneziano nella sua complessità. Bisogna riallacciare il dialogo con il mondo degli imprenditori e degli artigiani che qui hanno il polso di una situazione che mi pare invece sfugga di mano ai vertici nazionali». Maurizio Don, infine, segretario della Uilcem Uil di Venezia non nasconde i timori dei chimici dopo il salvataggio della Vinyls: «Non è chiaro il futuro ma è certo che i prossimi 12 mesi a Porto Marghera serviranno a sopravvivere alla crisi. Non ci sono ordini per settembre-ottobre, è questa la difficile situazione del rientro al lavoro dopo le ferie». «Cacciari dimostra di fare molto ma poi si scontra con chi dice che la chimica è morta - prosegue Don - In questa situazione, è ovvio che gli imprenditori rimarranno a guardare e a Porto Marghera non si farà nulla. La politica ha prodotto solo scontro tra enti».

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