L'abbraccio del padre dei bambini"Grazie, Dragan ha salvato i miei figli"

Emozione e commozione durante l'incontro tra il padre dei bambini di Roncade salvati dal giovane bosniaco e Sveto Regojevic, il cognato del ragazzo morto in mare. Intanto un testimone racconta il dramma di domenica scorsa a Cortellazzo. L'episodio ha commosso tutti e le offerte ai conti correnti promossi dai comuni di Roncade e di San Martino di Lupari, insieme alla Nuova Venezia, al Mattino di Padova e alla Tribuna di Treviso, arrivano già a 20 mila euro. E anche il Comune di Jesolo versa 5 mila euro
SAN MARTINO DI LUPARI. Alle 21.05 nel cortile di via Roma a San Martino di Lupari fa il suo ingresso Matteo Bianco, il padre di Mattia e Madlene, i due bambini di Roncade salvati domenica da Dragan Cigan. Con lui l'assessore ai servizi sociali del comune di Roncade, Dina Brondolin, in rappresentanza del sindaco del comune trevigiano, e il primo cittadino di San Martino di Lupari Giovanni Baggio. Sveto scende in un attimo nell'androne del palazzo ad accogliere la piccola delegazione: e l'incontro tra i due uomini è carico di emozione e commozione. Sentimenti che dilagano in quel piccolo androne.

 Il padre dei bambini salvati, in attesa di entrare, teneva le mani giunte davanti a sé. La testa bassa e gli occhi lucidi, a trattenere le lacrime. A stento riusciva a tirare un filo di voce. Era venuto lui, lasciando a casa la moglie Barbara e i piccoli, strappati alla morte domenica dal gesto eroico di Dragan. Pochi minuti, ma densissimi e toccanti. Un abbraccio ha suggellato l'incontro. «La nostra porta era sempre aperta - ha detto alla fine Sveto Regojevic - in qualsiasi momento. Non eravamo certo arrabbiati con loro. Grazie, perché è stato un gesto importante per noi». Matteo Bianco, in quel momento, ha sciolto la tensione in un altro abbraccio: no, grazie a Dragan e grazie a voi». E Matteo Bianco ha confessato di non avere molte altre parole. Il sindaco di San Marino, Giovanni Baggio era visibilmente commosso: «E' stato un momento molto profondo: dietro quell'abbraccio ho visto due uomini che si sono compresi parlandosi».

 

Tutto era cominciato con una serie di telefonate, preparatorie. Nel delicatissimo momento seguito alla tragedia di domenica e alle polemiche sul comportamento della famiglia Bianco (poi smentite dai coniugi con molta fermezza), intermediario è stata l'amministrazione comunale di Roncade, che sin dal primo momento ha voluto prendere contatti sia con la famiglia dei due fratellini salvati, sia con la sorella dell'eroe bosniaco e la sua famiglia.

A muovere il primo passo per l'incontro tra le famiglie protagoniste della vicenda che ha fatto commuovere l'Italia, Matteo Bianco e Barbara Taschin, i genitori dei due bambini salvati. La prima telefonata, la più difficile, nella mattinata di ieri. Il dolore per la morte di Dragan, la gioia di avere i propri bimbi ancora vicini: sentimenti contrastanti con cui i coniugi Bianco hanno dovuto fare i conti nel primo contatto con la sorella di Dragan, Zurica, e suo marito Sveto Regojevic. Poche parole e un desiderio probabilmente comune: incontrarsi al più presto. Ma i parenti di Dragan avevano le pratiche burocratiche per il funerale, il riconoscimento della salma, l'iter per organizzare il trasporto della salma in patria. Impossibile dunque vedersi. Alle 18 di ieri, la seconda telefonata tra le due famiglie: matura l'appuntamento fissato solo per qualche ora più tardi a San Martino di Lupari. Ad accompagnare Matteo Bianco nel Padovano ci sarebbe dovuto essere il sindaco di Roncade, Simonetta Rubinato, che però era impegnata al Senato. In macchina sale Dina Brondolin, assessore all'istruzione e alle politiche familiari, che ha seguito assieme al sindaco la vicenda sin dall'inizio. Alla famiglia Cigan, i Bianco hanno portato la loro riconoscenza per il gesto eroico di Dragan.

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