La Lega Nord torna a tuonare: "Roma ladrona"

A Treviso Gobbo insorge: "Barzellette come giustificazioni dello schiaffo, teniamoci le tasse"
Giampaolo Gobbo
Giampaolo Gobbo
TREVISO.
Roma scalza Venezia nella corsa per ospitare le olimpiadi 2020. E la Lega della Marca schiuma rabbia: «La solita lobby», tuona il sindaco di Treviso e segretario regionale padano Gian Paolo Gobbo. «La scelta era scritta nelle stelle», sbotta Gentilini. E il presidente della Provincia Muraro parla di «scippo e schiaffo».


Lega umiliata e offesa. Gobbo è su tutte le furie: ««E’ tempo - dice - che i veneti e i padani prendano decisioni serie: quello che il nostro territorio produce è da tenere a casa nostra». Nel giorno della silurata romana, Gobbo decide di sbandierare i vecchi slogan in salsa indipendentista: «Ci spiace per un sistema che penalizza territori che lavorano e producono. Vista la situazione delle sanità laziale e gli altri problemi che quella regione sta vivendo, non credo che Roma abbia le caratteristiche per partecipare a un simile evento». E aggiunge: «Siamo di fronte alle solite lobby e sono barzellette le giustificazioni date per l’esclusione di Venezia», ossia problemi di natura logistica e addirittura la mancanza di esperienza. «Strano - sbotta Gobbo - abbiamo imprenditori che saprebbero gestire molto bene la situazione, siamo inoltre i primi in Europa per la produzione di materiale sportivo».


Lo sceriffo Giancarlo Gentilini diventa evangelico: «La scelta era scritta nelle stelle. Persino il Papa rivolge il suo urbi et orbi prima alla città di Roma, poi a tutto il mondo. La benedizione del Papa è scesa sulle Olimpiadi».


Ma forse il più arrabbiato è Muraro, che è anche presidente dell’unione regionale delle province venete: «Apprendiamo la notizia della decisione della giunta del Coni di assegnare a Roma la candidatura italiana per le Olimpiadi del 2020. Emerge sempre più l’esigenza dei veneti e di tutto il nord di far sentire a tutti i livelli istituzionali con maggiore forza la propria voce di fronte all’ennesimo schiaffo alla nostra capacità manageriale, che pure viene apprezzata in tutto il mondo ma non vuol essere “capita” dalle organizzazioni romane». Per Muraro è stata persa l’occasione per riconvertire il sistema produttivo del Veneto con iniziative legate alle olimpiadi in grado di affrontare la crisi economica. Ma tutto è sfumato a causa dei «potentati della Capitale, che ci fanno passare la voglia di festeggiare i 150 anni dell’unità d’Italia».


Infine lo sfogo contro la solita Roma ladrona, dimenticando che anche la Lega fa parte del governo... «La Lega - replica Muraro - ha dalla sua solo l’8 per centro del governo. C’è invece una lobby trasversale che rema contro, dalla sinistra passando per certi ambienti del centrodestra, quella stessa lobby che in prima battuta ha cercato di mandare all’aria il federalismo demaniale». Bisogna quindi abbattere «l’attuale assetto romano-centrico» dello Stato, «che deve essere rifondato sulla base di un altro patto sociale», tanto che Muraro è pronto a sponsorizzare una grande mobilitazione per sostenere, in tutte le sedi, le ragioni del nord. «Nel 2018 ci sarà il centenario della fine della prima guerra mondiale: vuoi vedere che nonostante il Monte Grappa, il Montello, il Piave e Vittorio Veneto, vorranno celebrarlo a Roma?»

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