La Coca Cola «congelata», Cacciari blocca l’accordo: «Gara per l’offerta migliore»

Mezzo passo indietro del Comune sui distributori automatici di bibite procedura da avviare in 15 giorni E la multinazionale applaude «Sì a questa scelta di trasparenza»
VENEZIA.
Una gara per verificare se ci siano offerte migliori di quelle della Coca Cola per piazzare le macchinette automatiche delle lattine in città. Dopo una settimana di polemiche il sindaco Cacciari fa mezzo passo indietro. E annuncia: «Ho dato disposizione agli uffici di predisporre un avviso pubblico sulla base del miglior offerente. Naturalmente sulla base dei vincoli già fissati anche dalla Soprintendenza».


L’operazione lattina insomma non si ferma. I termini dell’avviso saranno pubblicati entro 15 giorni e a fine marzo l’incarico sarà assegnato. Ma la procedura viene modificata. L’avviso pubblico («Non una gara d’appalto», precisa il Capo di Gabinetto del sindaco Maurizio Calligaro) servirà a verificare se ci siano in campo offerte migliori.


Una marcia indietro o una sfida alle tante critiche piovuto in questi giorni sull’operazione? Probabilmente entrambe le cose. Perché ancora venerdì il sindaco assicurava che la firma ci sarebbe stata e che l’operazione era comunque vantaggiosa per il Comune. Una cinquantina di macchinette senza logo pubblicitario che avrebbero distribuito bibite a prezzi stracciati (50 centesimi la lattina contro i 2,50-3 dei bar) e introiti per il Comune e i restauri. Iniziativa che ha trovato il plauso delle associazioni dei Consumatori e la critica di esercenti e commercianti.


Ma sono state numerose le voci che criticavano più che la sostanza la procedura dell’operazione. A cominciare dal presidente della Fondazione Musei Sandro Parenzo e del nuovo guru della comunicazione che collabora con Ca’ Farsetti, l’ex amministratore di Mediaset Maurizio Carlotti. Non si tratta di una sponsorizzazione come le altre, ma di un’offerta di servizi che dunque deve seguire procedure diverse.


Secondo punto, il «quanto». Troppo pochi i due milioni di euro in cinque anni offerti come «base garantita» dalla Coca Cola per il restauro dei monumenti. «Ma adesso», dice Cacciari non senza sarcasmo, «tutti coloro che hanno pubblicamente dichiarato che alle stesse condizioni avrebbero fatto offerte più vantaggiose avranno modo di farsi avanti e di concorrere». Una sfida che secondo gli uffici di Ca’ Farsetti però difficilmente potrà essere raccolta da piccole aziende. «Quando vedranno i costi, le prescrizioni e i vincoli contenuti nell’avviso che sono tanti», dice Calligaro, «le ottimistiche valutazioni che oggi circolano diminuiranno di molto».


Nessuna rottura con la Coca Cola. Che anzi plaude alla decisione del sindaco. «Così l’amministrazione potrà valutare in maniera chiara e trasparente le proposte per contribuire alla tutela della città», dice il direttore generale di Coca Cola Hbc Italia Alessandro Magnoni, «la nostra proposta di installare distributori automatici non aveva solo lo scopo di offrire maggiore comodità ai clienti ma di contrinuire alla salvaguardia di questa città».


Chi non ci sta è invece la Oltrex, la società veneziana che in questo caso ha fatto da mediatore per il contratto, ora congelato, tra Comune e Coca Cola e che collabora con Venezia Marketing Eventi e il Casinò anche per la raccolta di sponsor. Salta in questo caso la mediazione del 20 per cento che spettava alla società, circa 400 mila euro. «L’operazione avrebbe dovuto portare 5 milioni di euro tra quota e fissa e royalties sul fatturato nei prossimi cinque anni», dice l’amministratore delegato Giuseppe Mattiazzo, «esprimiamo tutto il nostro rammarico e chiediamo: da chi verrà sostituita la Coca Cola?» A fine marzo la risposta.

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