Jesolo, vietato anche vendere cocco Multe da 5mila euro a cinque ambulanti

Altro che "cocco bello". Il Comune dichiara guerra agli storici venditori che oggi sono bangladesi, nordafricani, senegalesi, oppure dell’Est Europa. La polizia locale ne ha multati cinque, tutti abusivi, per ben 5 mila euro l’uno
JESOLO
. Altro che «cocco bello». Il Comune di Jesolo dichiara guerra agli storici venditori che oggi non sono più italiani del Sud, ma bangladesi, nordafricani, senegalesi, oppure dell’Est Europa.


Vagavano in cerca di acquirenti tra gli ombrelloni, con i caratteristici cestini pieni del frutto tropicale per eccellenza. Ieri i vigili ne hanno multati cinque per ben cinquemila euro l’uno. Una nuova battaglia dichiarata a questo genere di ambulanti che in fondo fanno parte della storia di tutte le spiagge e non solo della costa veneziana, ma di tutta Italia. Il Comune però ha detto basta. Erano troppi, ed il giro d’affari era anche piuttosto elevato visto che ogni fettina veniva venduta da 1 a 2 euro, ovviamente esentasse. Il comandante della polizia locale, Claudio Vanin, ha sguinzagliato i suoi agenti in tutto il litorale, dopo che anche diversi bagnanti si erano lamentati per la loro presenza a dir poco insistente.


Un tempo infatti, lungo 15 chilometri di spiaggia, ce ne poteva essere uno, al massimo due. Il classico campano con cadenza inconfondibile, che sillabava le mitici versi «cocco bello» corredati poi da varie formule che potevano cambiare a seconda del venditore. I tempi cambiano, e oggi sono arrivati i nuovi venditori, del tutto abusivi, praticamente tutti clandestini. Sentirne diversi in una giornata, un po’ dappertutto, invitare i potenziali clienti all’acquisto, è stato ben più fastidioso. Si sono inventati una professione, pensando a lauti guadagni, ma quest’anno a Jesolo davvero non si scherza, e se vengono multati i clienti dei vu’ cumprà, rischiando addirittura l’incidente diplomatico con l’Austria, figuriamoci i venditori di cocco, abusivi e pure clandestini.


Il Comune e la polizia locale oltretutto hanno voluto preservare i turisti da eventuali problemi di carattere igienico, in quanto la preparazione e conservazione del frutto non poteva avvenire certamente a norma di legge. Si annuncia perciò un’estate davvero di severi divieti a Jesolo. La multa di mille euro alla turista di Vienna con passaporto svizzero, poi pagata da albergatori e commercianti, è soltanto l’inizio.

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