Jesolo. Palasport negato ai musulmani
I rappresentanti della Comunità musulmana avevano chiesto il luogo pubblico per pregare e festeggiare la fine del Ramadan. La conseguenza potrebbe essere un momento di preghiera collettiva il 12 settembre, in uno spazio della città

JESOLO.
Tensione in pieno Ramadan, la comunità musulmana chiede un luogo di preghiera, ma il Comune nega gli spazi pubblici. La conseguenza potrebbe essere un momento di preghiera collettiva il 12 settembre, occupando una piazza della città e non senza contraccolpi sulla placida estate jesolana turbata dall'avvenimento paventato dagli operatori e amministratori della città.
La scorsa settimana i rappresentanti della Comunità musulmana a Jesolo hanno chiesto al sindaco Francesco Calzavara di utilizzare a pagamento una parte del palazzetto dello sport di piazza Brescia per il giorno 12 settembre allo scopo di pregare e festeggiare la fine del Ramadan. Richiesta impossibile nella Jesolo sempre più leghista. La risposta è stata negativa ed il sindaco la conferma.
«Lo stesso è accaduto lo scorso anno - ricorda Calzavara - e come lo scorso anno non è stata concessa autorizzazione, lo stesso accade quest'anno. Se poi troveranno qualche privato che concederà loro dei locali, per noi non ci saranno problemi».
Insorge il comitato per i diritti civili di Jesolo, capeggiato da Salvatore Esposito: «A parte la mancanza di rispetto visto la poca sensibilità dimostrata, rimane poco tempo per cercare soluzioni alternative. Invitiamo quindi il sindaco Calzavara a ben valutare un eventuale diniego. In ogni caso, - promette - i musulmani hanno intenzione di festeggiare il Ramadan a Jesolo. Lo scorso anno lo hanno fatto in quasi seicento persone, pregheranno a costo di farlo in una o più piazze della città. Organizzeremo una manifestazione chiedendo l'applicazione degli articoli 2 e 3 della Costituzione Italiana; in modo civile e democratico non permetteremo che Jesolo passi per la città dove vengono negati i diritti fondamentali delle persone».
Esposito aveva chiesto di poter utilizzare in alternativa la sala del cinema di Jesolo Paese, come lanciato da Bepi Priviero, scoprendo che la sua era solo una provocazione contro l'inerzia dell'amministrazione sul rinnovo urbanistico del Paese. Per la comunità musulmana, Dawooud Haider, paradossalmente lo stesso cognome del compianto governatore della Carinzia, cittadino originario del Bangladesh da anni a Jesolo per lavoro, è attonito di fronte al diniego del Comune che ha appreso solo ieri. «Saremo 5 o 600 persone di tutte le etnie - dice - abbiamo sperato fino in fondo in una sala concessa dal Comune perché ne abbiamo bisogno per pregare. Adesso apprendiamo che questo non avverrà, e siamo molto dispiaciuti».
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