Incendio a Valencia, il padre di Marco Gottardi, morto nel rogo della Grenfell tower: «Si poteva evitare»

L'architetto veneto di 28 anni morì con la fidanzata Gloria Trevisan nell’incendio  di Londra il 14 giugno 2017

Gloria Trevisan e Marco Gottardi, morti nel rogo di Londra
Gloria Trevisan e Marco Gottardi, morti nel rogo di Londra

«Quando l'abbiamo saputo abbiamo avuto un ovvio senso di sconforto perché uno dice 'allora non è servito a nulla tutto quello che è accaduto». Lo spiega all'Ansa Giannino Gottardi, il padre di Marco, l'architetto veneto di 28 anni morto con la fidanzata Gloria Trevisan nel rogo della Grenfell tower di Londra il 14 giugno 2017, parlando dell'incendio devastante di Valencia. Papà Gottardi commenta i fatti delle ultime ore dalla sua casa di San Stino di Livenza e vede un'analogia tra le due tragedie: «é nell'avidità umana, è l'ennesimo fatto tragico assolutamente evitabile che ha come colpa principale questa sete di denaro, la mancanza assoluta di principi per quanto riguarda il concetto di giusto guadagno» Gottardi, che ha creato una fondazione per aiutare con borse di studio i giovani anche nella sensibilizzazione sul concetto di sicurezza costruttiva, vede analogie ma anche differenze tra i due fatti: «l'analogia principale - osserva - è che si tratta di un grattacielo, edifici altamente a rischio, con un rivestimento altamente infiammabile. C'è una grossa, sostanziale differenza -rileva - ed è l'orario in cui è avvenuto l'incendio: a Londra all'1 meno 10 di notte, ora in cui tutte le persone erano dentro il grattacielo. E poi lì proprio non ha funzionato niente: dall'allarme a come era stato costruito, ai vigili del fuoco. Anche nella fase post incendio nulla ha funzionato».

Dall'esperienza di Londra il padre di Marco si sente di dire «che noi italiani abbiamo una cosa che ci differenzia molto dagli altri: la preparazione dei nostri vigili del fuoco». Quello che rattrista in modo particolare, secondo Gottardi, «è che se ne parlerà per qualche settimana e poi ce ne si dimentica, aspettando come sempre una nuova tragedia. Si ricorda di quello che è accaduto per tutta la vita solo chi è stato direttamente coinvolto. È dietro a quel ricordo che c'è la soluzione».

La famiglia di Marco è in attesa che la giustizia faccia il suo corso, ma i tempi non saranno brevi. «Per quanto riguarda i risarcimenti, è in corso un'azione legale extragiudiziale per cercare un concordato» conclude. «Ci appassiona di più quello che sarà il processo, che non inizierà prima della fine del prossimo anno. Noi abbiamo dalla nostra parte la ragione, la controparte però ha tanti soldi, in particolare le multinazionali americane che devono salvaguardare il loro brand e hanno investito un sacco di soldi». 

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