In coma bloccato a Bonn, torna a casa Zaia e Caritas Venezia risolvono il caso
Viene rimpatriato il ragazzo mestrino in coma in Germania. Regione, Patriarcato e Caritas si sono mobilitati dopo la notizia data dalla "Nuova": si risolve il caso. Ma il giovane resta grave, sarà operato nel nostro paese
IL CASO Italiano in coma "prigioniero" a Bonn. "Inoperabile, non permettiamo il rientro"
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Andrea Atzori
MESTRE.
Andrea torna a casa. La prossima settimana il mestrino Andrea Atzori, 32 anni, ricoverato in una clinica di Bonn per cerebrolesi, tornerà in Italia. E' stato monsignor Dino Pistolato, direttore della Caritas di Venezia a dare l'annuncio, ieri mattina.
«Proprio ora ho appreso che il rientro del giovane in Italia sarà veloce. E' già programmato per la prossima settimana». Andrea, che dal 2002 vive e lavora come cameriere a Colonia, è stato trovato dalla polizia tedesca il primo marzo accasciato a terra in stato confusionale e ricoverato dapprima all'ospedale distrettuale, poi nella clinica universitaria Venusberg, infine nella casa di cura Mez - Haus am Statdwald. Dopo la nomina del tutore da parte del Tribunale tedesco, scattata secondo norme di legge, la famiglia non riusciva a riportarlo a casa. Fino ad ieri un incubo.
Disperata mamma Sonia aveva lanciato un appello attraverso il nostro giornale. «Mio figlio Andrea, affetto da tumore benigno della ghiandola ipofisi, è ricoverato presso l'ospedale a Bonn. E' in coma. I medici hanno dichiarato l'inoperabilità chirurgica. Un tutore tedesco sta bloccando il trasferimento in Italia, Fatemelo riportare a casa. Per riaverlo devo, forse, fare un blitz? Aiutatemi». Oggi il ritorno di Andrea è una realtà.
Il disperato appello di mamma Sonia ha sortito l'effetto di una grande mobilitazione, a Venezia, in Italia, in Germania. Ieri, sin dal primo mattino, è scattata la gara di solidarietà. Di tanti, amici ed istituzioni. La prima, e la più attiva, è stata la Curia di Venezia. Il patriarca Angelo Scola - oggi in partenza per Beirut - ha espresso vicinanza alla famiglia. E, consultandosi con don Dino Pistolato, ha chiesto con preoccupazione: «Ora per questo ragazzo cosa possiamo possiamofare?».
Nella mattinata il presidente della Regione Luca Zaia ha valutato alcune vie possibili: «Siamo in contatto con Roma, il Ministero degli Affari Esteri, l'Ambasciata italiana a Berlino, il Consolato d'Italia a Colonia. Alla famiglia forniremo ogni supporto, nomi, recapiti telefonici e indirizzi mail». Risposta concreta anche dalla Direzione relazioni internazionali della Regione Veneto. Tramite gli uffici competenti è stato fatto pervenire sul tavolo dell'Ambasciatore italiano in Germania la storia di Andrea. Il funzionario Mauro Stefani spiega: «Stiamo seguendo il tragico caso del giovane veneto affinché venga risolto rapidamente.
Da ieri stiamo monitorando e pungolando, con telefonate, mail e fax, l'Ambasciata Italiana e il Consolato d'Italia a Colonia». Ancora. Un fax è stato spedito dal reparto di neurochirurgia dell'ospedale di Udine alla casa di cura Mez - Haus am Stadtwald a Bonn. Il nosocomio è pronto ad ospitare Andrea e il primario, neurochirurgo Miran Skrap, ad intervenire chirurgicamente.
A Venezia, della vicenda, è stato informato anche il console onorario tedesco, avvocato Paola Nardini, che in questi giorni si trova a Monaco. Grande mobilitazione anche in Germania.
La signora Grazia Bruno Rivas del Consolato d'Italia a Colonia ha informato la famiglia Atzori: «Abbiamo avviato l'iter burocratico per la revoca immediata del tutore, Wolfgang Lübeck, nominato dal tribunale tedesco». Anche il mondo dell'informazione, carta stampata, radio e televisioni, sta seguendo da vicino la tragica storia di Andrea. Quando si dice solidarietà.
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