Il sindaco di Venezia: "Addio di Mingardi figlio di anni sporchi"

All’indomani della notizia choc del ritiro delle deleghe a Enrico Mingardi schieratosi con Renato Brunetta, il sindaco Massimo Cacciari è ancora più amareggiato. "Questa vicenda nasce da anni osceni sul piano elettorale"
A sinistra Cacciari a destra Mingardi
A sinistra Cacciari a destra Mingardi
VENEZIA.
«Non me la prendo con la persona, questa vicenda è figlia degli anni sporchi che stiamo vivendo». All’indomani della notizia choc del ritiro delle deleghe a Enrico Mingardi schieratosi con Renato Brunetta, il sindaco Massimo Cacciari è ancora più amareggiato. Ieri il filosofo era tra le decine di persone (simpatizzanti e politici di centrosinistra e Udc) presenti all’inaugurazione della sede elettorale di Giorgio Orsoni accanto al municipio di Mestre.


E sulla bocca di tutti c’era solo «il tradimento» di Mingardi, passato col «nemico». Una scelta che ha aperto una crepa nel centrosinistra. Ma a rinsaldarla arriva l’annuncio che «Una grande città», capitanata da Alfredo Scibilia, appoggerà Orsoni: «Non è ancora ufficiale, questione di scaramanzia. Ma siamo molto vicini ad una intesa - ha detto ieri l’avvocato Orsoni - Abbiamo approfondito alcuni discorsi e c’è notevole convergenza sui programmi, preludio ad una intesa. Mingardi non c’entra. E’ la conclusione di un percorso». E anche con Salvadori è praticamente cosa fatta.


Cacciari se ne compiace, ma ragiona ancora su Mingardi che sostiene di essersi sentito solo in questi anni: «Lasciamo stare, non aggiungiamo indecenza a indecenza - dice il sindaco - Io avevo investito molto su di lui. Evidentemente ho sbagliato giudizio».


E continua: «Il suo lavoro è stato appoggiato e valorizzato, in primis da me. Di certo una simile scelta non potevo aspettarmela. Avevamo assieme domenica scorsa festeggiato il tram e l’approvazione del Piano della mobilità». Mingardi le ha detto chiaramente di voler passare con Brunetta? «Non mi ha detto di darsi all’ippica. Continuerà a far politica - dice Cacciari - ed è evidente che se non lo farà da questa parte, lo farà dall’altra». Cosa ha pensato poi? «Che quasi sempre ho sbagliato nel mio giudizio sugli uomini», conclude amareggiato il sindaco, parlando di una vicenda che nasce da «anni osceni sul piano elettorale».


Il futuro, conclude, è tornare a insegnare. Iscritti, simpatizzanti e politici locali ieri erano tutti attorno a Cacciari, chi per capire, chi per commentare. Tra gli assenti, l’assessore Laura Fincato, ex Margherita come Mingardi. «Chi confonde la politica con un ufficio di collocamento è pericoloso per la politica: chi mercanteggia è meglio che stia lontano dall’amministrazione perchè non si sa mai dove finisca per arrivare».


Ci sarebbero state precise richieste in caso di vittoria. «Qualcosa del genere - risponde Orsoni - aveva chiesto delle garanzie sulla sua collocazione lavorativa. Tutto sommato lo ringrazio per quello che ha fatto perchè in questo modo ha dato un expertise al mio modo di lavorare: vuol dire che è vero quello che dico, e cioè che non voglio mercanteggiamenti sui posti. Lo ringrazio moltissimo». Per il candidato sindaco «è molto probabile che Mingardi sia già stato’assunto’ nella squadra di Brunetta, ma non so con quale ruolo. Se io fossi Brunetta, starei ben attento a prendermelo in squadra».


Nel suo discorso all’inaugurazione, dopo l’abbraccio con Cacciari, Orsoni ha ribadito che la sua ammininistrazine procederà «in continuità sugli ideali di questo centrosinistra allargato» ma con «l’innovazione dei metodi amministrativi», che rappresenta la forza di novità dell’ampia coalizione che lo sostiene. «I partiti hanno la tendenza ad invadere il campo, ma in questo caso hanno aderito alla proposta con molta disponibilità. Ho garantito fin dall’inizio che posti e incarichi sono al di fuori di qualsiasi mercanteggiamento: linea che resterà fermissima fino alla fine».

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