Il Consiglio di Stato annulla il decreto per la riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle

Al centro del ricorso presentato da ambientalisti, pescatori e associazioni di operatori
turistici c'è la Valutazione di impatto ambientale. Il loro avvocato dice che "è stato travolto anche il sì del ministero dello Sviluppo economico". L'Enel: "Grave danno, siamo pronti ad investire all'estero"
Una protesta di legambiente davanti alla centrale di Porto Tolle
Una protesta di legambiente davanti alla centrale di Porto Tolle
ROMA. Accolto il ricorso al Consiglio di Stato sulla riconversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle. Viene così "annullato" il decreto del 29 luglio 2009 del ministero dell'Ambiente, che ha dato parere positivo alla Valutazione d'impatto ambientale (Via) del progetto di riconversione. Questo quanto stabilito dal Consiglio di Stato, sezione sesta, secondo il dispositivo della sentenza depositato oggi e discusso il 10 maggio dai magistrati Rosanna De Nictolis (presidente), Roberto Garofoli, Roberto Giovagnoli, Gabriella De Michele, Fabio Taormina.


I ricorrenti, tra cui il Wwf (insieme con Greenpeace, Italia nostra, operatori turistici, alberghieri e balneari, associazioni di pescatori e cittadini organizzati in gruppi), avevano impugnato il provvedimento del ministero dell'Ambiente prima al Tar, che però nel giugno dell'anno scorso aveva avuto esito negativo. Oggi, invece, il Consiglio di Stato, di cui si attendono le motivazioni, rende nullo il decreto con il parere favorevole sulla Via.


L'avvocato: "Travolto anche il sì del ministero dello Sviluppo economico".

"Viene travolto anche il provvedimento del ministero dello Sviluppo economico con cui si autorizza la costruzione dell'impianto". A riferirlo l'avvocato di tutti i ricorrenti (sia associazioni ambientaliste che turistico-alberghiere-balneari e cittadini), Matteo Ceruti, parlando della sentenza del Consiglio di Stato. "Siccome, sulla base del codice ambientale, il presupposto per la costruzione di un progetto è che ci sia il parere favorevole della Via - spiega Ceruti - con l'annullamento di tale provvedimento viene caducato anche quello successivo del ministero dello Sviluppo economico di concerto con il ministero dell'Ambiente emesso a inizio anno" che autorizzava la costruzione della centrale.


Enel: "Danno per l'economia nazionale, pronti a investire all'estero".

Lo stop alla conversione a carbone è un "danno per l'economia nazionale". Lo afferma in una nota l'Enel, che "prende atto con stupore della sentenza". In attesa di conoscere le motivazioni della sentenza, Enel ricorda che "questa decisione rischia di cancellare un progetto necessario per la sicurezza degli approvvigionamenti energetici del Paese e per la riduzione del costo finale dell'energia, progetto che vedeva un investimento da circa 2,5 miliardi di euro e oltre 3 mila posti di lavoro per i 5 anni necessari a costruire l'impianto e che avrebbe migliorato di molto l'ambiente con l'utilizzo delle più avanzate tecnologie di abbattimento di fumi e inquinanti. In vista dell'avvio dei lavori, previsto per fine anno, Enel aveva già qualificato 400 aziende e indetto 52 gare per un valore di circa 1,8 miliardi di euro pari a circa il 70% dell'intero investimento".


Con questa decisione, inoltre, secondo Enel "si impedisce la realizzazione del primo impianto in Europa di cattura e sequestro dell'anidride carbonica su scala industriale, sostenuto dall'Unione europea. L'innovativo impianto avrebbe attivato ulteriori investimenti per un miliardo di euro e diverse centinaia di nuovi posti di lavoro che, uniti a quelli della centrale, comportano la perdita di mille posti di lavoro permanenti (tra diretti e indotto)". La società "intende preservare, nell'osservanza delle leggi, i suoi interessi, il lavoro di tante persone e imprese per cui valuterà le iniziative necessarie a ripristinare un percorso di agibilità del progetto a Porto Tolle o di altri siti italiani. Se necessario, a malincuore, si vedrà costretta a portare gli investimenti in altri paesi interconnessi con l'Italia".


Il Comitato lavoratori: "No all'agire scellerato di una minoranza".

"La sentenza del Consiglio di Stato arriva in un giorno particolare: quello in cui gli elettori hanno bocciato alle urne quegli amministratori di Rosolina che negli ultimi cinque anni sono stati parte attiva nei ricorsi contro la riconversione della centrale di Porto Tolle". Lo sostiene in una nota Maurizio Ferro, portavoce del Comitato lavoratori della centrale di Porto Tolle. "Nel territorio, invece, c'è un coro condiviso che dice di sì alla riconversione - precisa - fatto di lavoratori e disoccupati, imprese che aspettano l'investimento di Enel per uscire dalla crisi, e con gli amministratori locali (a parte quelli mandati a casa ieri) che hanno ribadito più volte il loro consenso nella Conferenza dei servizi e nei Tavoli di lavoro, in modo unanime". Per Ferro, "ritorna, purtroppo, una minoranza di comitati e associazioni, che non superano qualche decina di iscritti, a dettare i tempi di un'opera necessaria al Paese". Duro il giudizio: "A mettere in forse un investimento di 2,5 miliardi è l'agire scellerato di una minoranza".


Esultano gli ambientalisti.

"Il carbone è il peggior killer del clima del pianeta - ricorda Alessandro Giannì", direttore delle campagne di
Greenpeace Italia
, per il quale "non è possibile ritenerlo ambientalmente compatibile con nulla, men che meno con una zona fragile come il Delta del Po".


Stessa sottolineatura in una nota di Stefano Leoni, presidente del
Wwf Italia
: "Il carbone è il combustibile fossile che maggiormente contribuisce alle emissioni di anidride carbonica e, quindi, ad aggravare il fenomeno dei cambiamenti climatici. E' inoltre molto dannoso per la salute della popolazione e per le attività economiche, dall'agricoltura al turismo. E' ora che la politica energetica italiana si affranchi dagli interessi di parte, che siano il nucleare o il carbone. Il futuro è nell'efficienza energetica e nelle rinnovabili''.


Vittorio Cogliati Dezza, presidente di
Legambiente
sottolinea che "quella di Porto Tolle è solo una delle tante riconversioni di centrali a carbone che si vogliono fare nel Paese senza tenere nella giusta considerazione l'impatto sul clima e facendone pagare le conseguenze in termini economici e di salute ai cittadini. Contro una politica così poco lungimirante continueremo ad opporci in tutte le sedi possibili perché il carbone non rappresenta la soluzione ambientalmente compatibile ai problemi energetici dell'Italia. L'autorizzazione di nuovi progetti a carbone - conclude - deve essere vincolata all'operatività della cattura e del confinamento geologico dell'anidride carbonica sul modello britannico".

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia