Il 150° dell'Unità d'Italia: la Regione Veneto approva la legge, la Lega si astiene
Per facilitarne l'approvazione il provvedimento presentato come proposta della Presidenza del Consiglio:36 favorevoli, 14 astenuti e un "no" di Unione Nord Est. Invito al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
VENEZIA. Pur con polemiche, il Consiglio regionale del Veneto ha approvato oggi il provvedimento per le celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia con 36 voti favorevoli, 14 astenuti della Lega Nord e uno contrario di Unione Nord Est.
Per superare l'opposizione della Lega e facilitarne il passaggio in aula, la nuova legge è stata presentata sotto forma di proposta della Presidenza del Consiglio. Il provvedimento è sintesi di due proposte presentate rispettivamente da Pd e Pdl, che prevedono un programma di studi, convegni, conferenze divulgative, visite ai siti interessati alle celebrazioni, pubblicazioni di opere storiografiche sul Risorgimento italiano e veneto e sulla costruzione dello stato unitario. Lo stanziamento previsto per le diverse iniziative è di 150 mila euro.
La prima frizione con la Lega si era verificata nell'ottobre scorso, quando il Pdl si era astenuto in commissione Cultura sulla proposta di legge presentata dall'Unione Nord Est e cara al Carroccio, finalizzata alla tutela della lingua veneta con una spesa pluriennale per tre anni di 500 mila euro. Alle proteste dell'assessore regionale leghista all'Identità veneta, Daniele Stival, il vicecapogruppo Pdl in Consiglio regionale, Piergiorgio Cortellazzo (ex An, aveva risposto che "in questo periodo di vacche magre" le risorse dovevano essere destinate al 150° dell'Unita' d'Italia prima che al dialetto.
Il 23 dicembre scorso, invece, la Lega aveva abbandonato l'aula consiliare mentre era in discussione il provvedimento passato oggi. In quell'occasione erano emerse due anime nel Carroccio: la più intransigente, quella di Giovanni Furlanetto, per il quale "l'Italia non esiste" ed è "vergognoso" spendere 150 mila euro "per queste iniziative"; quella del capogruppo Federico Caner, che si era espresso a favore dell'astensione.
Nel motivare la propria contrarietà alle celebrazioni, Mariangelo Foggiato, di Unione Nord Est, oggi ha invece detto di interpretare come "momentaneamente ceduta" la sovranità che il Veneto perse "obtorto collo'' con il plebiscito del 1866 (il Veneto votò cinque anni dopo), definito una ''ricorrenza luttuosa".
Se tutti gli altri partiti, tra cui Pd e Pdl, hanno votato a favore delle celebrazioni, non sono mancati dei distinguo. Per il capogruppo della Federazione della sinistra veneta, Pierangelo Pettenò, la discussione svoltasi nel Paese su questo tema "è stata carente di senso critico, e la lettura storiografica è stata strumentalizzata a fini politici". "Non vorremmo - ha detto - che il 2011 fosse quello delle celebrazione del regno d'Italia, bensì l'inizio di un percorso di unità realizzatasi con la Resistenza".
Le celebrazioni per il 150°, ha detto la capogruppo del Pd, Laura Puppato, "hanno l'importanza di cogliere una storia che ha visto il Veneto impegnato nell'unificazione del Paese Italia". A favore dell'iniziativa si è dichiarato anche Diego Bottacin (Gruppo misto), "pur non avendo mai amato la retorica celebrativa". Bottacin ha criticato "i neo patriottici" che avrebbero strumentalizzato il tema, sottolineando che "l'unico senso moderno per celebrare questa ricorrenza è fare uno studio per rispondere alla domanda che riguarda la convenienza del Nord a staccarsi dal resto del Paese".
Nell'ambito dell'approvazione della legge, il Consiglio regionale ha approvato a larghissima maggioranza l'ordine del giorno, presentato dal centrosinistra, con il quale si impegna il presidente della giunta regionale, Luca Zaia, a rivolgere al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano l'invito formale a celebrare il 150° anniversario dell'Unità d'Italia nella sede di palazzo Ferro-Fini a Venezia. L'invito sarà esteso al Capo dello Stato durante la sua prossima visita a Verona.
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