GRUAROChiuso il night "Paradise", tre in manette

Le tredici ragazze riuscivano a soddisfare anche trecento clienti nel weekend a colpi di centinaia di euro a prestazione. Un giro di affari che non è sfuggito ai carabinieri e così il night club "Paradise"  è stato sequestrato. Tre dei sei soci sono finiti in manette, gli altri, che non erano nel locale, sono stati denunciati. Tutti devono rispondere di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento e al favoreggiamento della prostituzione
GRUARO.
Il paradiso delle notti nel Portogruarese è stato chiuso. Il locale del sesso a pagamento coperto da una parvenza di night è stato visitato dai carabinieri del Nucleo investigativo di Mestre che hanno messo i sigilli e arrestato tre dei sei soci che lo gestiscono. Gli altri l’hanno scampata perché non erano presenti. Devono rispondere tutti e sei di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento e al favoreggiamento della prostituzione.


Ieri sulla porta del locale in via Roma campeggiava il cartello con la scritta «locale sequetrato», mentre i tre arrestati e la decina di ragazze romen, russe e ungheresi che lavorano al Paradise erano in caserma. Da lì sono usciti in manette Michele Vaglio, 30 anni, viale San Giovanni 26, San vito al Tagliamento; Paola Basile, (46), via Ignazio Silone 11, Santa Lucia di Piave; e Santiago Edoardo Escobar Quezada, (55) cileno residente a San Michele al Tagliamento, in via Sant’Urbano 2. Sono stati enunciati a piede libero invece M.B., 22 anni, residente a San Vito al Tagliamento; V.V., (47), russa e residente a Salgareda; e M.L., (46) coneglianese emigrato in Ungheria.


Le ragazze fermate, tutte dell’est e tutte in regola come dipendenti della società «Ben Srl» che gestisce il locale ma anche altri night come il Bollicine di Gleris di San Vito al Tagliamento e l’Alibi di San Fior, li dentro non facevano di certo le comparse ma si prostituivano. Ma all’occorenza uscivano pure con i clienti che si volevano appartare da qualche altra parte. Alla cassa e come amministratrice delegato della società c’era Paola Basile, mentre Michele Vaglio era l’adetto alla scelta del cliente. Era lui a dare l’ok o a negarlo a chi si voleva appartare.


Mentre il cileno accomapgnava il cliente nel privè. Chi voleva appartarsi con l ragazza doveva sborsare 150 euro l’ora e poi mettersi d’accordo per la prestazione con la stessa. Le tariffe variavano e partivano da un minimo di cento euro. Ma si poteva anche uscire con la ragazza. In quel caso l’ora costava cento euro. Sempre da versare alla cassa. Naturalmente consumazione sessuale a parte.

L’indagine, iniziata nel gennaio di quest’anno, è stata coordinata dal pm veneziano Giovanni Zorzi.

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