Gli industriali cacciano i politici dalla porta

Zuccato: «Pronti a promuovere un referendum per la riforma elettorale. Basta parole»
Il presidente Roberto Zuccato
Il presidente Roberto Zuccato
VICENZA. I politici possono aspettare fuori dalla porta, gli imprenditori preferiscono ragionare tra di loro, con le banche, con l'università, ma con i politici, no. Roberto Zuccato, presidente di Confindustria Vicenza, non è un piantagrane, anzi è un gentleman di altri tempi, pacato e non incline alla rissa. Ma di fronte alla delusione profonda dei «suoi» imprenditori vicentini, non poteva che reagire come è abituato: con coerenza. E quindi, ieri, all'assemblea di una delle più importanti associazioni degli industriali italiane, i politici, nazionali e regionali, sono stati lasciati fuori dalla porta (o meglio dal palcoscenico). «Non abbiamo voluto invitare rappresentanti del Governo nazionale e regionale - dice in un crescendo della sua relazione il leader degli industriali vicentini - e questo non perché crediamo che dalla politica, quella che si occupa di sviluppo e opera per creare le condizioni per realizzarlo, si possa prescindere. Per uscire dall'incertezza in cui è finito il nostro Paese, la politica serve, eccome. Ma oggi non volevamo sentire le solite scuse, le solite vaghe promesse. C'è un tempo per parlare e un tempo per fare. E oggi abbiamo bisogno di fatti».


E Zuccato li elenca con chiarezza didascalica: numero uno i politici non si possono più eleggere con il Porcellum, cioè con quello scempio della democrazia che è l'attuale legge elettorale. «Non è accettabile che siano cinque o sei segretari di partito a decidere i nomi di mille parlamentari. Per recuperare credibilità la politica deve tornare a misurarsi con il consenso e il territorio. Se le forze politiche riescono a trovare un accordo in Parlamento, bene. In caso contrario, siamo disposti a sostenere un referendum per una drastica riduzione del numero dei parlamentari e per la cancellazione di questa pessima legge elettorale». E poi prosegue: serve una grande riforma fiscale «che semplifichi il sistema e che sposti il carico fiscale dai lavoratori e dalle imprese alle rendite finanziarie e ai consumi». Operazione da farsi a costo zero visto il debito monstre: «1890 miliardi di euro, una cifra che solo a dirla fa rabbrividire. La riforma fiscale può diventare un formidabile strumento di lotta all'evasione - afferma - fenomeno che in Italia costituisce un fattore patologico di ingiustizia sociale e di distorsione della concorrenza, e al quale non è estraneo il nostro territorio. Se lo Stato si impegnasse in modo serio e trasparente ad utilizzare ogni euro sottratto all'evasione per ridurre la pressione fiscale, otterremmo sia uno sviluppo della fedeltà fiscale, sia un allargamento della base imponibile per la maggiore crescita». E ancora, la riforma del Cnel: «La nostra proposta è quella di dimezzare il costo del Cnel e di utilizzare le risorse per finanziare dottorandi e ricercatori».


In prima fila il governatore Luca Zaia, uscito, ha sottoscritto l'agenda di Zuccato «compresa la legge elettorale, sarò il primo sottoscrittore». E ha aggiunto «Sono d'accordo con questa presa di posizione, ma credo che questa sia una battaglia che dobbiamo fare insieme. Se dobbiamo metterci in discussione dobbiamo farlo tutti, politici e imprenditori».

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