«Gli imprenditori? Devono creare lavoro»
Il presule: hanno una grande responsabilità affinchè ci sia una vita dignitosa E sul problema dei profughi e dell’accoglienza invita alla solidarietà
BELLUCO - FOTO PIRAN - TREBASELEGHE - PRESENTAZIONE LIBRO GRAFICHE VENETE
TREBASELEGHE. La prolungata siccità sta danneggiando l’agricoltura. Le Dolomiti rischiano di veder compromesso il loro complesso equilibrio. Gli imprenditori hanno il dovere, specie in una congiuntura favorevole di ripresa, di assicurare il lavoro. Sono “incoraggianti” i comportamenti delle famiglie di Valeria Solesin e di Luca Russo sul modo più saggio di affrontare il terrorismo. In presenza delle inarrestabili migrazioni non ci si può isolare.
Questi i concetti espressi a chiare lettere dal cardinale Pietro Parolin, a margine dell’incontro alla “Grafica Veneta” di Trebaseleghe.
Ricordando Wojtyla e Ratzinger in Cadore, con i loro richiami alla difesa del creato, lei ha appena lanciato un nuovo allarme sulla siccità. Perché?
«L’estate di quest’anno, con la sua prolungata siccità, mette a repentaglio l’agricoltura e le risorse idriche, come la natura nella sua biodiversità. Anche le nostre Dolomiti sono esposte al rischio di veder compromesso il loro complesso equilibrio».
Lei ha espresso dolore per gli incendi che devastano il patrimonio boschivo e talvolta distruggono anche vite umane ed abitazioni.
«Preghiamo il Signore perché ci liberi da queste calamità e converta il cuore di coloro che provocano questi gravi danni» .
Il primo settembre la Chiesa celebra la giornata ecumenica per la difesa del creato. Perché tanto allarme? La situazione si sta davvero compromettendo?
«Siamo preoccupati perché vediamo che vengono alterati, in maniera sostanziale, l’ecosistema e l’equilibrio naturale. Da parte nostra, quindi, una grande chiamata alla responsabilità perché la natura è creazione e in quanto creazione è dono di Dio e come dono di Dio è a disposizione di tutti in senso orizzontale, ovvero di tutti gli uomini, ma anche in senso verticale perché c’è una responsabilità nei confronti delle generazioni che si succederanno. Noi dobbiamo lasciare un ambiente se non migliore, almeno come l’abbiamo trovato. La preoccupazione si traduce in questa chiamata alla responsabilità che il Papa ha fatto così pressante nella “Laudato Sii” e che continua a ripetere come uno dei temi che gli sta più a cuore».
Anche in questa visita alla “Grafica Veneta”, lei ha molto insistito sulla necessità che alla ripresa produttiva si accompagni quella occupazionale. Riscontra che non accada? E senza lavoro si va davvero verso la povertà assoluta?
«Oggi è importante poter lavorare, questo è il tema fondamentale. C’è una grande responsabilità anche da parte degli imprenditori nel creare lavoro affinché la gente possa vivere, possa avere una vita dignitosa nel presente e anche nel futuro, possa progettare».
I giovani non progettano un bel niente.
«Tanta mancanza di progettazione a livello giovanile nasce proprio da questa incertezza. Quando ci sarà una maggiore sicurezza, questo permetterà di avere una visione un po’ più larga per quanto riguarda la famiglia e i rapporti sociali. Questa povertà deve essere un richiamo forte alla solidarietà. Almeno per noi cristiani, questo deve essere fondamentale. Al di là delle considerazioni di tipo politico che si possono fare e che si devono fare perché questi fenomeni sono molto complessi e presentano molte angolazioni, il nostro sguardo deve essere questo».
Non si riesce sempre a capire che senza lavoro non c’è dignità.
«Il tema del lavoro è legato strettamente alla dignità della persona. La persona si realizza nel lavoro. Se manca il lavoro viene privata di questa dimensione fondamentale».
A proposito di dignità, qui in Veneto tanti sindaci non vogliono più accogliere i profughi. Si dice che siano troppi.
«È difficile entrare nelle singole situazioni. Anche qui vale il principio che richiamavo prima, quello della solidarietà. Questi fenomeni vanno affrontati assieme. Più ci isoliamo e più uno cerca di difendere il suo proprio particolare, più difficile diventa affrontare e risolvere questi problemi nel modo giusto» .
Le famiglie di Valeria Solesin e di Luca Russo, che hanno perso i loro figli nei due attentati di Parigi e Barcellona, hanno reagito senza ricorrere all’odio per le azioni terroristiche che le hanno private dei loro beni più cari. Cosa ne pensa?
«Credo che questa sia la maniera giusta per rispondere all’odio che i terroristi esprimono ed è il principio che la Sacra Scrittura afferma “non lasciarti vincere dal male ma vinci il male con il bene”. Qui ne abbiamo un esempio concreto e questo è incoraggiante».
Francesco Dal Mas
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