Giunta Zaccariotto, i primi cento giorni al rallentatore

Nei primi tre mesi del centrodestra a Ca’ Corner non sono mancate le polemiche su mobbing e sugli stipendi degli assessori
Francesca Zaccariotto
Francesca Zaccariotto
VENEZIA. Hanno preso possesso di Ca’ Corner con la convinzione di aver strappato la terra al «nemico rosso» e che si tratti solo di un rodaggio in vista della conquista della Gallia di Asterix: il Comune di Venezia.


I primi primi 100 giorni dell’era di centrodestra - del tandem Lega-Pdl, Zaccariotto-Dalla Tor - sono stati mesi soprattutto politici, tesi a marcare il cambio di rotta. In reazione, grandi applausi e grandi polemiche: niente mezze misure.


Certo, di delibere gestionali ne sono state approvate - 45 in giunta, nel corso di dieci riunioni degli assessori, 21 durante le quattro sedute di Consiglio - ma si tratta per lo più di eredità amministrative del passato: 8,5 milioni di Regione e Provincia per la messa a norma di 10 istituti superiori, il finanziamento delle manifestazioni culturali estive, la liquidazione di Promomarghera, alcune opere viarie, integrazioni ai contratti di servizio dei trasporti, progetti di relazione Italia-Slovenia e - nel normale spoil system che accompagna ogni cambio di giunta - assunzione a tempo determinato di collaboratori di presidenza (2), segretari per gli assessori (7), addetti stampa (3), direttore generale.


Ma sono le scelte fuori delibera, gli atti della presidente ad aver segnato questa prima estate del centrodestra al governo della Provincia, dopo 15 anni al centrosinistra. Così per gli agenti di Polizia provinciale dirottati dalla presidente, nel mese di agosto, dal controllo della laguna alle pattuglie antiabusivi sulle spiagge. Oppure per la recente intimazione al Comune di Venezia di consegnare tutta la documentazione relativa al nuovo Villaggio Sinti, per valutarne la congruità con le norme e - in caso contrario - annunciare la revoca delle autorizzazioni. O, ancora, la delibera in corso di approvazione in Consiglio per cancellare dallo Statuto l’articolo - mai tradotto in realtà per il susseguirsi di ricorsi a Tar e Consiglio di Stato, per altro vinti dalla giunta Zoggia - che prevede la chiamata alle urne dei stranieri residenti in provincia per eleggere tre loro rappresentanti con diritto di partecipazione a Consigli e commissioni, ma solo voto consultivo: «Inutile spreco di risorse», sostiene il vicepresidente Dalla Tor.


Come pure giustificata più dalla volontà politica di marcare la differenza che da ristrettezze di bilancio appare anche la decisione di non rinnovare il contributo di 30 mila euro e la concessione dell’ufficio allo Sportello anti-mobbing, che ha così chiuso i battenti. Una vicenda - quest’ultima - che si lega al «caso» più dibattuto di questa fine estate: l’adeguamento degli stipendi della giunta alla Finanziaria 2009 - in pratica - un aumento del 10% delle indennità, che altre amministrazioni non hanno fatto.


Lo sportello Contromobbing è stato usato come una «clava» dalla presidente Zaccariotto per respingere le proteste anti-aumenti di Rifondazione comunista in Consiglio provinciale - con tanto di cartelloni «Vergogna», «Rivogliamo i nostri soldi» - accusando il segretario provinciale Bonzio di avere il dente avvelenato perché allo sportello mobbing lavorava la madre.


Quest’ultimo ha annunciato una querela: «Rifondazione nulla a ha che fare con lo sportello Contromobbing né con la Marco Polo System: dovremo aspettarci che i dipendenti con tessera Prc finiscano in una lista nera? Aumentarsi lo stipendio in questi tempi di crisi è atto immorale». Tecnico-politica la risposta della presidente Zaccariotto, che ha parlato di puro adeguamento alla norma attuale, facendo poi le pulci ai contributi erogati dal centrosinistra, come i 147 mila euro e gli uffici concessi alla Marco Polo System. Siamo solo ai primi 100 giorni.

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