Giovani chirurghi da tutta Europa in Banca degli Occhi, a scuola di trapianto

Oculisti europei “Under 40” nei laboratori di Mestre della Fondazione per imparare la DSAEK, tecnica d’avanguardia che ha trasformato il trapianto di cornea.

Mille e 600 cornee già inviate da Mestre in Europa per la nuova tecnica nell’ultimo anno. Giovani oculisti “under 40” da tutta Europa venerdì in Fondazione Banca degli Occhi, per andare a scuola di trapianto e imparare a padroneggiare la DSAEK, una tecnica che in pochi anni ha rivoluzionato il trapianto di cornea.

Quaranta giovani chirurghi, quattro sessioni di formazione, un’aula scolastica dove al posto del banco con carta e penna c’è una postazione attrezzata e dotata di microscopio, dove mettere in pratica tecniche di trapianto innovative, seguiti da chirurghi esperti ed in completa sicurezza. Tecniche come la DSAEK, con cui viene sostituita solo la parte più profonda della cornea, che negli ultimi anni ha letteralmente soppiantato i trapianti più tradizionali.

L’occasione è stata data dal quinto convegno europeo EMYO2024 dedicato ai giovani chirurghi della “European society of ophthalmology”, che raduna in questi giorni a Padova oltre 500 promesse europee dell’oftalmologia. La società internazionale, in collaborazione con il partner di settore Théa Farma, ha scelto i laboratori mestrini di Fondazione Banca degli Occhi del Veneto per ospitare una sessione di “open practice” per la formazione alle tecniche di trapianto più innovative. Alla vigilia dell’evento scientifico, il presidente del Gruppo Théa Jean-Frédéric Chibret ha visitato la sede di Fondazione Banca degli Occhi per conoscere da vicino l’attività rivolta alla donazione, al trapianto e alla ricerca.

In cattedra, in qualità di docenti, i chirurghi oftalmologi Damien Guindolet, Monica Riso, Giulia Coco e Luca Pagano, coordinati da Vito Romano. In sala, in affiancamento, i tecnici esperti della Banca degli Occhi veneziana, tra le principali strutture in Europa nella preparazione delle cornee.

«La DSAEK è diventata la tecnica gold standard in Italia, solo nell’ultimo anno Fondazione Banca degli Occhi ha distribuito 1600 tessuti selezionati per questo particolare intervento definito “trapianto lamellare endoteliale”, che sostituisce solo la parte profonda malata della cornea, con microtessuti da donatore dello spessore inferiore a 100 millesimi di millimetro - spiega il Direttore Sanitario di Fondazione Banca degli Occhi, Diego Ponzin -. Una parte di queste speciali cornee per trapianto viene distribuita sottoforma di “tessuti precaricati”, cioè già predisposti e pronti per essere inseriti dal chirurgo nell’occhio del paziente, grazie a supporti ideati con la collaborazione degli operatori della banca degli occhi, nell’ambito di progetti di ricerca ad hoc».

Le nuove cornee per trapianto sono sempre più richieste da centri oftalmologici di tutta Italia ed Europa, che spesso bussano al centro mestrino per utilizzarle in casi di cheratopatia bollosa, opacità e scompensi corneali, distrofia corneale di Fuchs.

«Quest’anno sono già stati ospitati giovani colleghi da Italia, Germania, Serbia e Ucraina. Con quest’attività, inoltre, mettiamo a frutto gli sforzi investiti in ricerca e offriamo un’ulteriore possibilità alla donazione», continua Ponzin. 

Nessun dono viene sprecato. Anche per questo Fondazione Banca degli Occhi del Veneto affida ad un nobile scopo gli eventuali tessuti donati e risultati non utilizzabili a scopo clinico, affidandoli alla formazione dei chirurghi: «Questa attività ha permesso nel tempo di migliorare le tecniche, restituire maggiore sicurezza agli interventi, offrire ai pazienti un recupero più rapido e ridurre di molto il rischio di rigetto. Risultati per i quali – conclude il Direttore Ponzin – dobbiamo ancora una volta ringraziare i donatori di cornea e le loro famiglie».

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