Giancarlo Galan sarà ministro del Nordest
Accordo raggiunto ad Arcore. Per il governatore un ruolo con ricadute dirette sul territorio
Giancarlo Galan
PADOVA.
Giancarlo Galan sarà il terzo ministro veneto del Pdl nel Governo Berlusconi. La decisione, raggiunta l’altra sera ad Arcore in un vertice tra il premier, il coordinatore regionale Giorgetti, il vice Zorzato e lo stesso Galan, toglie le castagne dal fuoco a tutti, in tempo utile per il brindisi di Natale. E, soprattutto, dovrebbe riuscire ad evitare quell’emorragia di voti a favore del Carroccio, paventata con il via libera alla candidatura di Luca Zaia a palazzo Balbi. Una volta concluso il suo mandato, il presidente sarà quindi il terzo rebbio del tridente veneto, con una sorta di «delega al Nordest». L’operazione Galan nella capitale, si propone infatti di creare un asse Venezia-Roma in grado di produrre quelle ricadute immediate per il territorio «che esporta tanta qualità», che due ministri di caratura nazionale come Brunetta e Sacconi non assicurano. Oltre, ovviamente a rasserenare i rapporti con la Lega, pacchetto in cui rientra anche l’allontanamento dell’Udc dalla maggioranza: «Gli auguriamo in bocca al lupo» commenta Giorgetti. Dal canto suo, Galan godrà di una posizione privilegiata da cui osservare il Veneto di Zaia.
Insomma, il governatore uscente farà quello che ha sempre giurato di non voler fare. A convincerlo - raccontano - è stato lo stesso Berlusconi, facendo leva sulla sensibilità dell’amico: «Ho bisogno di te, di un amico a Roma» avrebbe detto il premier ancora dolorante per l’aggressione subita dieci giorni fa. A questo punto il governatore non si sarebbe sentito di rifiutare malgrado l’avversione sempre dichiarata per un ruolo ministeriale. «Berlusconi ha sposato il documento votato dal coordinamento veneto con cui chiedevamo garanzie di tenuta per il partito ed un ruolo centrale per Galan - sostiene Zorzato - per l’elettorato, lui rappresenta il partito in Veneto. Dal canto, suo Galan ha fatto un atto di grande generosità e alla fine siamo stati noi a ringraziarlo per la sua disponibilità a mettersi in gioco». Via libera anche da Fini, già informato della questione. «Galan dovrà portare la sua estrazione tipicamente venetista in un organo collegiale qual è il Consiglio dei ministri - conferma Giorgetti - è una sfida nuova anche per lui».
Consegnate le chiavi di palazzo Balbi a Zaia, ad aprile l’ormai ex governatore volerà nella capitale per sedere al tavolo dei ministri. Con quale delega, è ancora prematuro dirlo. Tra gli scenari possibili, ci potrebbe essere una semplice staffetta con il ministro uscente, questo sempre che la Lega si aggiudichi anche il Piemonte. In caso contrario, Galan potrebbe contare sull’avvicendamento con un ministro più tecnico, ad esempio Scajola, che potrebbe lasciare le Attività produttive per la presidenza di un ente o, ancor più congeniale, potrebbe andare alla Cultura al posto di Bondi che finirebbe per dedicarsi al partito a tempo pieno. O, semplicemente, in mancanza di altra moneta di scambio, Berlusconi potrebbe decidersi a nominare un vicepresidente del consiglio.
Il ruolo di Galan - insiste intanto Giorgetti - assume una doppia valenza strategica: un ministro in più in chiave nazionale ed ampie garanzie che il Pdl avrà un ruolo strategico, e di continuità, in Regione. Il tavolo con il Carroccio comincerà a lavorare dopo le feste. «Restano alcune questioni significative da chiarire con la Lega - aggiunge Giorgetti - dobbiamo trovare una quadra di tenuta complessiva in preparazione delle liste». I tre, hanno ricevuto infatti dal premier mandato per costruire le linee guida del programma che dovrà essere poi condiviso con la Lega, preparare le liste e condurre una campagna elettorale vincente.
Intanto, ieri sera Galan ha riunito consiglieri ed assessori del Pdl - esclusi Zanon, Sernagiotto e Ruffato - a casa sua, per gli auguri di Natale. E per suonare la riscossa.
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