Gian Paolo Gobbo: «Prenderemo anche Venezia e Regione»
«L’anno prossimo ci toccano tre governi regionali. E’ questione di numeri. Nulla contro Galan»
Giampaolo Gobbo
TREVISO
. All’appello manca solo il Comune di Venezia. Dopodiché l’asse verde Lega da Treviso alla Laguna sarà consolidata. Ed è proprio alla città lagunare che il segretario della Lega Giampaolo Gobbo punta per il prossimo anno di scadenze elettorali, assieme alla Regione. «Anche se la decisione finale sui candidati spetta a Bossi», dice il segretario nathional. Alla resa dei conti dei ballottaggi, la Lega ha conquistato in tutto il Veneto, 104 comuni, 4 province (Treviso, Venezia, Vicenza e Belluno) e 2 capoluoghi (Treviso e Verona).
Sindaco, la vittoria della Lega a Mogliano e in provincia di Venezia apre un fronte nuovo al centrodestra che da Treviso arriva fino alla Laguna.
«Mogliano è stata una vittoria importante come quella di Francesca Zaccariotto a Venezia. Il prossimo anno conquisteremo anche Mestre e Venezia città. Questo è naturale. Ma non si è creato solo un asse meridionale. La vittoria del Carroccio è trasversale: Venezia, Belluno, Verona, Vicenza e Treviso».
A chi va il merito?
«L’alleanza fra Lega e Pdl ha dato i suoi frutti. Dove la Lega si è presentata con le liste civiche è riuscita a ottenere successi. Alle amministrative i cittadini hanno tenuto conto della personalità e della competenza dei candidati. Vale anche per le provinciali, anche se in questo caso le conquiste politiche sono state fondamentali. Il Governo in carica ha portato a casa il federalismo fiscale grazie a Bossi e Calderoli, il decreto sicurezza grazie a Maroni. Il ministro all’Agricoltura Luca Zaia è riuscito poi a imporsi con un nuovo modo di fare politica, basato sui fatti, cosa che non si è vista in 63 anni di Repubblica».
A proposito dell’alleanza con il Pdl. A Vittorio Veneto il sindaco Gianantonio Da Re della Lega ha vinto senza il sostegno Pdl, ma non con un ampio margine. Sembra quasi che nell’elettorato di destra ci siano stati dei franchi tiratori che hanno votato contro la Lega...
«Quello che conta è il risultato al primo turno. Lì si vede la volontà del popolo. Alla prima tornata elettorale Tony Da Re ha ottenuto il 18% in più di preferenze. Al secondo turno, visto questo risultato, si è mosso anche l’elettorato di sinistra che al primo turno si è astenuto per dare un segnale di protesta verso la dirigenza del Pd. Ribadisco, Debora Serracchiani ha vinto in Friuli facendo una campagna contro la sua dirigenza e questo mostra la forza della Lega che è il partito del popolo».
In ogni caso Vittorio Veneto rimane un caso emblematico...
«Certo. E’ meglio non far sposare due persone contro la loro volontà. Scelte innaturali è meglio non farle. Nel caso di Vittorio Veneto si è trattato di caso particolare di personalismo esasperato. L’alleanza con il Pdl non è in bilico per questo».
Il rammarico più grande e i successi più inaspettati a elezioni concluse?
«A Rovigo, dove c’è stata una buona battaglia, speravamo in una vittoria. Siamo comunque riusciti a ricompattare Lega e Pdl. I successi sono stati la conquista della provincia di Venezia e soprattutto quella di Belluno, che non era per niente scontata.
A breve c’è la scadenza delle regionali...
«Il bello inizia ora. Dal 2001 siamo alleati con il Pdl. Udc e An hanno ottenuto candidature per regioni importanti, mentre la Lega no. L’anno prossimo si voterà in 13 regioni. La Lega si presenta con il 10% dei consensi, mentre il Pdl con il 30. Fatte le debite proporzioni ci toccano 3 regioni con l’avanzo di una. In ogni caso sarà Bossi ad avere l’ultima parola. Per quel che riguarda il Veneto la decisione che ne verrà non sarà presa secondo una logica anti-Galan o anti-Pdl. Sarà basata sui numeri. L’alleanza è la nostra forza. In ogni caso la Lega ha una classe dirigente composta di una nuova generazione di 40enni capaci».
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