Gestione dei rifiuti, i primati del Veneto. Tariffe più basse con la differenziata

Spesa media per abitante di 136 euro contro i 167 in Italia. Solo il 10% pari a 224 tonnellate finisce negli inceneritori
TOME' - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - RACCOLTA RIFIUTI
TOME' - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - RACCOLTA RIFIUTI

VENEZIA. E’ il Veneto la “location” ideale per celebrare il primato della raccolta differenziata dei rifiuti, con impatto zero sul territorio e il costo più basso d’Italia per abitante: 136 euro per abitante rispetto a una media nazionale decisamente più elevata, pari a 167 euro. Se si escludono i comuni turistici, il costo scende a 114 euro, per un servizio in linea con gli obiettivi comunitari. Lo dice il rapporto Ispra, che assegna alla nostra regione la palma d’oro con il 73,6% di rifiuti differenziati contro la media italiana del 47,5% mentre il Nord si classifica al 64,2%.

Il governo Conte–Di Maio, lunedì scorso, quindi ha sbagliato indirizzo quando ha scelto la Reggia di Caserta per dirimere la querelle con Salvini e ribadire che gli inceneritori sono inutili. Mentre in Campania la camorra detta legge con i “roghi” nella terra dei fuochi e a Roma per superare l’emergenza si affaccia l’ipotesi di una megadiscarica, in Veneto si fa pratica di ecologia, insegnando fin dalle elementari ai bambini come separare i rifiuti. E se l’assessore all’Ambiente Gianpaolo Bottacin esprime la giusta soddisfazione per il primato italiano, c’è da dire che gran parte del merito va al consorzio Contarina, sostenuto con i fondi di Banca Etica, creata dalla Diocesi di Padova con il vescovo Antonio Mattiazzo, mentre l’ex Amniup di Padova ha segnato il primato in Italia fin dagli anni Settanta con l’ingegner Aulo Magagni. Insomma, a gestire il grande business dei rifiuti sono le multiutilities, da Hera ad Etra a Veritas. Palazzo Balbi non ha partecipazioni dirette nelle holding controllate dai comuni e dal mercato, ma svolge la funzione di analisi della qualità del ciclo con l’Arpav. Dall’Osservatorio regionale, in sinergia con Ispra, emerge che nel 2017 il Veneto ha prodotto 2,2 milioni di tonnellate di rifiuti, pari a 452 chilogrammi per abitante, che diventano 1,24 al giorno. La frazione organica rappresenta il 31% del totale, pari a 700 mila tonnellate, da cui si ricava compost di qualità e biogas con generazione di energia elettrica, a partire dalla centrale di Fusina di Marghera.

Dalle frazioni secche (carta, vetro e imballaggi in plastica e metallo) pari al 30% del totale si producono materie prime riciclate con una filiera di qualità. Il 10%, pari a 224 mila tonnellate, è destinato ai 2 impianti di termovalorizzazione attivi in Veneto che producono energia elettrica e calore, utilizzato in parte in linee di teleriscaldamento. Solo meno del 4% del rifiuto urbano prodotto, pari a 95 mila tonnellate, è avviato direttamente in discarica. Ultimo primato: il “porta a porta” ha coinvolto 480 comuni, pari al 78% della popolazione.

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