Genitori di sei gemelli: «Caos da vivere alla giornata»

A Gardigiano di Scorzè una famiglia come quella di Caserta. Mamma Annalisa, 46 anni, infermiera part-time all’ospedale all’Angelo di Mestre: "I primi mesi i più difficili. Programmare è inutile"
La famiglia Secco
La famiglia Secco
SCORZE’. «Guarda mamma! il contrario di noi, sono quattro femmine e due maschi». Sono stati i ragazzi, davanti alla tivù, ad avvisare mamma Annalisa, che stava sbrigando i lavori di casa. A Benevento - «Mamma dov’è Benevento?» - sono nati sei gemelli. «Io non lo avevo sentito - spiega Annalisa -, certo che quei genitori adesso avranno il loro bel daffare. Il primo consiglio che posso dare loro? Prendere la vita giorno dopo giorno». Annalisa Manente, 46 anni, infermiera part-time all’ospedale all’Angelo di Mestre, sa bene di cosa parla, perché sei gemelli li ha cresciuti dopo averli messi alla luce nel 1997 all’ospedale di Treviso.


Mattia, Davide, Elena, Silvia, Nicolò e Jacopo il prossimo 11 agosto compiranno 13 anni, sono quasi adolescenti. «Dovevano essere cinque - racconta - poi, quando mi sono svegliata dopo l’anestesia, mi hanno detto che erano sei, è stata l’ultima sorpresa». Jacopo aveva deciso di nascondersi anche all’ecografo, coperto dai corpicini dei fratelli non lo aveva visto nessuno. Annalisa vive con i sei figli e il marito Pierantonio Secco, elettricista di 47 anni, a Gardigiano di Scorzè, in quartiere residenziale tra la vecchia strada Moglianese e la campagna ed è impossibile non individuare la casa: al muro bianco della villetta sono appoggiate dieci biciclette - da uomo, da donna, mountain bike, con le marce, senza marce, vecchie e nuove, regalate, comprate, o portate da Babbo Natale - e un monopattino.


«Lo so, è praticamente impossibile non trovarci», dice la super-mamma spalancando la porta d’ingresso del garage. E’ un caos ordinato di quotidianità: pile di scarpe da ginnastica, uno stendibiancheria colmo (fuori è umido) e grucce con i giubbotti, e poi un sacco di libri, «perché con il passaggio alla scuola media abbiamo dovuto cambiarli tutti». «D’inverno è sempre terribile, poi quest’anno c’è stata anche la neve», dice Annalisa, entrando in cucina, dove sta finendo di lavare i piatti, dopo aver attraversato il soggiorno. Oggi questa stanza è davvero un soggiorno, ma nei primi anni è stato usato come nursery, con le sei culle, e gli scatoloni dei pannolini, una media di 36-40 al giorno. Facendo due conti, in un anno sono oltre 13 mila pannolini.


«I primi mesi sono stati i più difficili - ricorda Annamaria, pensando a quel che attende la coppia di Caserta - ma per fortuna siamo anche stati molto aiutati dai volontari della parrocchia, della comunità, mentre le aziende, quelle che ci hanno mandato qualcosa, lo hanno fatto solo all’inizio, mentre poi nessuno si è più ricordato di noi. Credo che in parte sia normale. Eppure le esigenze continuano ad essere tante, anche perché i bambini crescono, e i vestiti costano». Fin da quando erano piccoli il trucco di mamma è stato quello di utilizzare l’usato: passeggini, lettini, vestiti. «Ci sono un sacco di cose praticamente nuove che vengono buttate, quando invece potrebbero essere riutilizzate - riflette Annalisa, seduta vicina a Nicolò -. Io ho fatto così, e a mia volta ho donato cose che non usavo più ad altre famiglie che ne avevano più bisogno». Mentre la mamma parla, Elena disegna un albero osservandolo dalla finestra, Jacopo invece segue con attenzione la conversazione. Gli altri sono giù in taverna, la stanza dove i fratelli hanno imparato a camminare. «In ogni caso - aggiunge Annalisa - per me la cosa più importante è saper prendere la vita giorno per giorno, un passo alla volta, programmare è inutile. Dalle 7 di mattina alla sera tardi sempre in piedi, e adesso i ragazzi sono bravi, perché si arrangiano a vestirsi e a scaldare il latte, mi aiutano».


E’ così, giorno dopo giorno, la vita dei gemelli Secco, ma non chiamateli così. Chiamateli con i loro nomi: Jacopo, Mattia, Elena, Silvia, Davide e Nicolò. «Siamo delle persone - dice Jacopo alla mamma - con una vita normale come tutte le famiglie, solo che siamo in sei fratelli». E’ per questo che da tempo i ragazzi non vogliono più farsi fotografare insieme, vogliono recuperare la loro individualità e non essere identificati solo come i gemelli Secco. «E’ giusto che sia così - dice la mamma - e noi abbiamo sempre assecondato questa loro richiesta». In attesa del grande compleanno di agosto, l’ultima festa è stata a Natale.


«Ma due ragazzi erano ammalati, ogni volta è così, per le festività non riusciamo mai a essere tutti a posto». Babbo Natale per fortuna invece stava bene, ed è passato a Gardigiano. Ha portato una chitarra, una pianola alcuni vestiti e altri regali. Mentre papà è al lavoro, e la mamma sistema la cucina, i ragazzi si preparano ai compiti per casa. Fuori, lungo il fossato che porta a casa Secco, c’è un airone bianco che nasconde il becco tra le piume. La cicogna invece, da queste parti, il suo passaggio lo ha già fatto. Con gli straordinari.

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