Forse un avviso Inps ha causato la tragedia di Montebelluna

MONTEBELLUNA. La tragedia di Daniela Venturato e Massimiliano Uccello, marito e moglie trovati avvelenati in casa, dalla figlia in lacrime, probabilmente si è consumata sabato. Quando la coppia ha avuto l’ultimo contatto con l’esterno. Poi Daniela, spossata e depressa ha messo a punto il suo piano a base di un cocktail di alcool e farmaci.
La dinamica della tragedia è talmente evidente, che il magistrato non ha neppure disposto l’autopsia e dato il via libera ai funerali.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso della disperazione di Daniela potrebbe essere stata una lettera recapitata dall’Inps nei giorni precedenti il Natale. Una delle diecimila comunicazioni inviate dall’ufficio di previdenza a fine dicembre per avvertire i titolari di pensioni di invalidità civile di errori, mancanze, intoppi nelle loro pratiche. Problemi che sarebbero potuti essere sanati in tempo – con l’invio della documentazione – e che in caso contrario avrebbero portato alla «revoca» del trattamento. «Temo che mi venga revocata la pensione d’invalidità di Massimiliano» avrebbe confidato la donna al fratello Antonio proprio quattro giorni fa. Parole messe lì in una discussione in cui Daniela pare fosse tranquilla, ma non così tanto da non destare oggi il sospetto che dentro covasse aqnche una paura profonda. «La pensione è tutto per noi» avrebbe aggiunto, «se ci viene meno... con cosa viviamo?».
Lei aveva smesso di lavorare da tempo per accudire il marito che dopo un incidente e un brutto intervento chiururgico non era stato più lo stesso. Affetto da una demenza senile profonda, Massimiliano era diventato la sua massima preoccupazione ma forse anche il suo inconsapevole carceriere. Donatella era depressa, e la malattia del marito non aveva fatto che aggravare questa situazione. Come reagire poi, se alla malattia, alla depressione, alla sfiducia, si fosse aggiunto la perdita dell’unica fonte di sostentamento della coppia? Secondo quanto riferiscono gli agenti della squadra mobile, la «questione delle pensione» si sarebbe trattato più che altro di un «intoppo burocratico», un «pasticcio» che probabilmente «si sarebbe risolto in poco». Nella loro cassetta della posta Massimiliano e Daniela avrebbero ricevuto quindi la stessa comunicazione che ha messo in allarme tantissimi pensionati. La lettera inviata dall’Inps è netta. «Gentile Signore/a, la informiamo che non ci risulta ancora pervenuto il suo modello RED relativo ai redditi dell'anno 2010, che le avevamo chiesto lo scorso anno, la invitiamo a trasmetterci le informazioni richieste entro il 28 febbraio 2013, altrimenti sarà disposta la revoca definitiva delle prestazioni collegate al reddito, con conseguente recupero delle somme erogate». Una comunicazione di prassi, alla quale basta rispondere inoltrando la documentazione, ma che nel caso di Daniela e Massimiliano avrebbe aggravato paure e scoraggiamento. Di certo, le condizioni di Massimiliano – invalido al 100% – non avrebbero mai aperto la strada a una revoca.Ma Daniela non aveva questa certezza e propri per questo, forse, ha concluso la sua lettera ai familiari invitandoli «a vendere la casa per saldare i debiti». Debiti che la coppia non aveva, ma che forse lei pensava di aver maturato forse proprio con l’Inps. Nel biglietto la donna invitava anche i familiari a non fare i funerali «ma una semplice benedizione in obitorio». (f.d.w.)
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