Folla alla convention dell’avvocato Orsoni, le gag del comico Gene Gnocchi
Prima uscita pubblica di Giorgio Orsoni. Lo slogan del candidato del centrosinistra, "Ogni giorno per Venezia", segnala che l’avversario c’è nei weekend
Giorgio Orsoni e Gene Gnocchi
VENEZIA.
«Ho una nipote estetista, ha 17 anni. Berlusconi l’ha vista, ne è rimasto colpito e le ha affidato la gestione di tutto il nucleare in Italia». Il pubblico del Corso, mille persone, ride e applaude Gene Gnocchi, «testimonial» del candidato sindaco del centrosinistra Giorgio Orsoni.
Il teatro di Corso del popolo è stracolmo per la prima vera uscita pubblica del candidato Orsoni. Si spengono le luci e l’avvocato entra dalla platea. «Emozionato? Ma no, sono abituato a parlare in pubblico, ho presieduto il Consiglio nazionale forense». Applausi e qualche ingenuità dal cerimoniale di quella che è in realtà la prima vera convention in stile americano nella storia della politica veneziana: «Alzate i cartelli, tutti in piedi, entra il candidato». Alla fine la gente applaude. Ci sono gli addetti ai lavori, facce note della politica veneziana, ma anche curiosi. In prima fila il sindaco di Padova Flavio Zanonato, gli «ex» avversari delle primarie Laura Fincato e Gianfranco Bettin, che alla fine Orsoni chiamerà sul palco a suggellare il «patto» per Venezia. E poi il presidente degli Industriali Luigi Brugnaro, il vicesindaco Michele Mognato, rappresentanti di associazioni e categorie. Sono gli «Stati generali» che Orsoni aveva promesso. Il programma proposto alle primarie e concordato con categorie e cittadini. Il pieghevole rosso e giallo di 40 pagine condensa le «idee forti» della coalizione. «Ogni giorno per Venezia» è lo slogan. Quasi a sottolineare il fatto che il suo avversario, il ministro Renato Brunetta, in città non ci potrà essere sette giorni su sette, per via del doppio incarico. Linguaggio semplice, slogan che puntano a recuperare il «gap» mediatico che in questi giorni ha visto Brunetta piuttosto sovraesposto anche in tv. Sette giorni e «sette temi» che saranno illustrati alla città nei prossimi giorni. Ecco Marghera, «priorità delle priorità», per rilanciare l’economia sfruttando le aree a vocazione portuale. «Niente commissari, sono contrario», dice in polemica con Galan, «quando arriva il commissario vuol dire che la politica ha fallito. Bisogna fermare le speculazioni, la bonifica è una scusa per consentire ai privati di fare ciò che vogliono. Trasformare la I zona a porto, trasferire le grandi navi e avviare il waterfront, mantenendo la chimica sostenibile». Orsoni punta sull’economia «compatibile» (nautica e cantieristica), dice no alle discariche e agli inceneritori. Favorevole ma con prudenza alla sublagunare («Nei primi cento giorni bisognerà decidere, ma solo dopo aver fatto le valutazioni di impatto economico e ambientale), dice di voler rilanciare turismo e cultura con il festival della Musica tipo Salisburgo. E poi nuove case («Ma non svenderò il patrimonio pubblico degli altri, come vuol fare Brunetta»). Non è preoccupato del «salto» annunciato da molti imprenditori che ora appoggiano il candidato del centrodestra: «Sono quelli che vanno con chi ha il potere. Brunetta è ministro e vanno da lui, quando vedranno che non è diventato sindaco verranno da me». Sul palco scorrono film di vita veneziana e mestrina, la gente studia l’uomo del dopo Cacciari.
Tocca a Gene Gnocchi. «Orsoni è un prodiano, anche nei modi». Nel suo monologo prende in giro Brunetta («Noi fannulloni siamo 59 milioni, Brunetta si è lanciato dal tavolo di cucina, si è vestito da pilota, poi è finito con la Ferrari in un negozio di giocattoli»). Il ministro Brunetta replica: «Se hanno bisogno di fare avanspettacolo e battute razziste per attaccarmi sono davvero messi male. Povera sinistra».
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