"Fenice, nessun boicottaggio alla Cina"

I sindacati e il sovrintendente compatti «Abbiamo un contratto da rispettare». Preoccupazione che possa saltare anche la prima mondiale a Venezia della nuova opera
La Fenice getta acqua sul fuoco sul possibile rifiuto alla partecipazione dell’orchestra del teatro all’opera «La leggenda del serpente bianco», che ad agosto sarà presentata a Pechino durante i Giochi Olimpici - in risposta ai fatti del Tibet - temendo che possa saltare anche la prima mondiale dello spettacolo a luglio a Venezia. Anche i sindacati del teatro sono per una volta compatti, ritenendo il boicottaggio un errore e una penalizzazione per i lavoratori. «Mi sembra - dice il sovrintendente Giampaolo Vianello - un’enorme sciocchezza. Stiamo parlando d’una cosa che non esiste. La decisione su un eventuale boicottaggio dipende dall’Italia e dall’Europa, certo non da un piccolo teatro come La Fenice. Con i cinesi abbiamo un contratto da rispettare».


«Con Pechino la Fenice ha una coproduzione di un’opera cinese che verrà presentata a luglio in prima mondiale a Venezia - ricorda - e il nostro contratto per ora si limita a questo. Cosa facciamo, neghiamo l’ospitalità? Allora dovremmo non ospitare neanche più film cinesi in Italia...». La reazione di Vianello arriva dopo la notizia del possibile annullamento della tournée in Cina da parte dell’orchestra della Fenice proposta in Commissione Cultura dal capogruppo della Lega Alberto Mazzonetto, che il sindaco Massimo Cacciari, presidente della Fondazione lirica, ha detto di voler valutare e sulla quale il governatore del Veneto Giancarlo Galan ha già detto con chiarezza la sua: «La Fenice farebbe bene a non andare». «Non mi risulta che il sindaco sia d’accordo con la Lega - insiste Vianello - ma che abbia risposto semplicemente “vedremo”. La questione del Tibet non è un problema mio, di Cacciari o di Galan, ma dell’Italia. A Pechino lo spettacolo se lo possono fare benissimo anche da soli, visto che già a maggio la capitale cinese ospiterà un’anteprima dell’opera con un’orchestra cinese. Per ora dunque l’unica questione è se ospitare o no la prima mondiale a Venezia: non farlo sarebbe un suicidio. Se l’addetto culturale dell’ambasciata cinese a Roma legge queste cose e dice “allora a Venezia non ci andiamo”, che succede? Io mi proclamo amico del Tibet, ma non credo affatto che il teatro La Fenice possa rappresentare la “ritorsione” dell’Italia contro la Cina. L’ eventuale boicottaggio delle Olimpiadi dipenderà dalla decisione dell’Italia e dell’Europa. La Fenice ospiterà l’opera perché c’è un contratto. Se poi i cinesi ci chiederanno di andare a Pechino con la nostra orchestra valuteremo».


E se il sindaco Cacciari reagisce con la stessa irritazione continuando a ripetere un generico «vedremo», il governatore del Veneto Giancarlo Galan ribadisce: «Se dalla città di Marco Polo venisse un segnale netto, preciso, non equivoco, e si annullasse la previta tournée del Teatro la Fenice in Cina sarebbe il minimo di quanto richiesto da una corretta politica e dall’etica». Ma ad andare in Cina potrebbe essere, eventualmente, non l’Orchestra della Fenice, ma la nuova Filarmonica che si è già costituita - con professori d’orchestra del teatro che vi hanno già aderita - proprio per consentire una gestione più agile di altri appuntamenti musicali per il teatro. Dove sul possibile boicottaggio musicale nei confronti della Cina c’è grande prudenza - in linea con la direzione del teatro - anche da parte dei “contestatori” della Cgil. «Personalmente non sono d’accordo sul fatto che l’orchestra non vada in Cina, visto i rapporti già stabiliti, al di là del dissenso su ciò che sta accadendo in Tibet - commenta il coordinatore della Cgil Loris Brugnera - e comunque le informazioni che abbiamo sulla tournée sono ancora frammentarie. Potrebbe essere la Filarmonica ad andare al posto dell’orchestra». Sulla stessa linea - pur critici con gli eccidi in Tibet - anche il segretario della Cisal Giorgio Trentin e quello della Uil Enrico De Giuli, che aggiunge: «Vorrei vedere Galan che invita gli atleti veneti a boicottare le Olimpiadi e il mancato rispetto dei diritti umani in Cina purtroppo non è una novità». Ancora bellicoso il capogruppo della Lega Alberto Mazzonetto - che ha aperto il caso - che insiste con il boicottaggio della Fenice e chiede addirittura le dimissioni di Vianello.

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