Evasione, niente scontrini: la Finanza fa chiudere 18 negozi

La Finanza in azione in centro storico Sanzionate gelaterie rivendite di souvenir e di pizza al taglio
VENEZIA.
La città dell’evasione. Fiscale s’intende. Dati alla mano il centro storico ha questo primato: in un mese la Guardia di Finanza sospende temporaneamente, su provvedimento dell’Intendenza di Finanza, 18 attività commerciali. Bar e negozi che in cinque anni per quattro volte sono stati sorpresi a non emettere scontrini.


A una parte delle attività i finanzieri della tenenza di Venezia hanno notificato i provvedimenti di chiusura le restanti notifiche verranno consegnate entro la fine del mese. La quarta violazione accertata, per tutti, è stata commessa durante il periodo di Carnevale. Così come previsto dalla legge, infatti, è scattata per tutti la chiusura dell’attività per la durata di tre giorni.


Due dei diciotto contravventori saranno costretti a chiudere i battenti per sei giorni. Si tratta di una gelateria che è risultata recidiva in quanto già destinataria di analoga misura di chiusura, nonché di un negozio di souvenir, che nel mentre era in corso di emissione il provvedimento di sospensione, è stata contravvenzionata per la quinta volta dai militari. E questo nonostante i titolari del negozio fossero stati avvisati della sanzione di sospensione dell’attività.


Questo perchè la norma prevede che il periodo di chiusura venga individuato dallo stesso esercente. Costretti alla chiusura sono: una gelateria, una pasticceria, un bar, quattro pizzerie da asporto, una tabaccheria e otto negozi che vendevano souvenir e maschere, con sede a San Marco, campo Santa Margherita, campo San Bartolomeo, campo Santa Maria Formosa e Rialto.


I titolari degli esercizi sono 14 italiani, un cinese, due iraniani e un bengalese. Il provvedimento è stato emesso dalla direzione Regionale delle Entrate dopo la segnalazione da parte delle «fiamme gialle» veneziane. A Carnevale in tutta la provincia sono state contestate oltre 400 mancate emissioni di scontrini e ricevute fiscali. Nel vizietto sono caduti soprattutto i commercianti del centro storico, invaso da centinaia di migliaia di turisti negli undici giorni di festeggiamenti. Complessivamente i finanzieri hanno effettuato 787 interventi in tutta la provincia.


Ben 237 i controlli eseguiti tra Cannaregio, Castello, San Polo, San Marco, Dorsoduro e nelle isole di Burano, Murano e Torcello, di cui ben 206 sono stati positivi, cioè l’esercente non ha emesso lo scontrino. L’87 per cento ha commesso un’irregolarità. A Mestre le violazioni riscontrate sono state 80 su 134 interventi eseguiti (60 per cento). Mentre nel resto della provincia su 416 ispezioni svolte 95 sono state le irregolarità scoperte (23 per cento).


I più «indisciplinati» sono stati ristoranti, trattorie, bar, pasticcerie, gelaterie (20 per cento), ambulanti di souvenir ed esercizi di oggettistica per la casa (15 per cento), seguite da minimarket, pescherie, lavanderie, barbieri e parrucchieri, fiorerie, macellerie, panetterie, negozi di abbigliamento e gioiellerie. In un ristorante a 5 turisti non è stata rilasciata la ricevuta di un conto da 400 euro.

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