«Espulsioni più veloci», Maroni individua il Cie: si farà a Boscomantico
L'incontro tra il ministro degli Interni Roberto Maroni e Giancarlo Galan per localizzare il centro per l’identificazione dei clandestini. Scelta l'area di Boscomantico, nei dintorni di Verona. La struttura dovrà avere 300 posti: sorgerà nei pressi di un aeroporto per velocizzare i rimpatri
VENEZIA. Un Cie in Veneto: oggi il ministro degli Interni Roberto Maroni incontrerà Giancarlo Galan per localizzare il centro per l’identificazione dei clandestini. La scelta per il Veneto è ormai quella dell’area di Boscomantico, nei dintorni di Verona. Tramontata l’idea di Tessera. La struttura dovrà avere tra i 250 e i 300 posti: sorgerà nei pressi di un aeroporto per velocizzare i rimpatri.
L’incontro ufficiale è fissato per stamattina a palazzo Balbi. L’argomento è l’aggiornamento del protocollo d’intesa firmato nel 2002 tra il ministro dell’Interno e la Regione in materia di sicurezza urbana. La discussione però non potrà che essere sul Cie, il Centro di identificazione e espulsione dei clandestini, da creare in Veneto. Giancarlo Galan e Roberto Maroni, si è appreso in serata, puntano in particolare sull’ioptesi di Boscomantico, nel Veronese. Servirà una struttura di 250-300 posti, per «trattenere» in attesa del rimpatrio chi viene trovato in tutto il Veneto senza permesso di soggiorno.
Ad oggi i centri di permanenza più vicini erano quelli di Bologna o di Gradisca d’Isonzo, in provincia di Gorizia, ma l’aumento del tempo massimo di permanenza in un centro (portato da 2 a 6 mesi) fa scattare la necessità di nuove strutture. «Privilegeremo le regioni che non sono dotate dei Cie - ha spiegato ieri il ministro Maroni - Sul dove e sul come ho letto molto, ma non ho ancora deciso». E’ probabile che il colloquio di oggi con il governatore servirà a chiarirsi le idee, perchè domattina il consiglio dei ministri è chiamato ad approvare la valutazione della legge Bossi-Fini, con l’aggiornamento dei Cie.
Boscomantico è un aeroporto civile a nord-ovest di Verona, poco prima di Bussolengo. Nell’area sorgeva fino al luglio del 2007 un campo nomadi. Uno dei primi atti del sindaco leghista Flavio Tosi fu proprio quello di sgomberare i Rom. L’area non è lontana neppure dall’aeroporto Valerio Catullo: un collegamento necessario per l’organizzazione dei voli di rimpatrio degli irregolari.
Gli hangar dell’aeroporto di Boscomantico però vanno completamente ristrutturati per realizzare un centro che sia in grado di ospitare, in condizioni umane, circa 300 persone. Tosi ha già assicurato ampia disponibilità al ministro Maroni. Ma il primo cittadino veronese starebbe valutando anche un altro posto, più vicino all’aeroporto di Villafranca.
«E’ giusto che ogni regione si faccia carico di queste strutture per garantire la sicurezza ai propri cittadini» ha dichiarato nei giorni scorsi. Sulla stessa linea anche il sindaco di Bussolengo, il leghista Alviano Mazzi: «I Cie sono importanti perchè permettono di identificare chi non è regolare ed espellerlo - sottolinea - Nessuno però ci ha ancora avvertito che ne verrà fatto uno qui nei dintorni».
Per il Cie in Veneto resta in un primo tempo era in piedi anche l’ipotesi di Tessera, nel Veneziano. Difficilmente però ci saranno due centri in regione: la scelta era alternativa a quella di Boscomantico. Si tratta di strutture militari già esistenti vicine alla pista dell’aeroporto Marco Polo. Anche in questo caso una scelta «funzionale» all’organizzazione dei voli di rientro. L’obiettivo del governo infatti è quello di rinforzare al massimo i rimpatri.
Domattina quindi il Consiglio dei ministri darà il via libera ai nuovi Cie italiani. Oltre a quello veneto ne sorgeranno anche in Toscana, nella zona di Campi Bisenzio, in Umbria a Terni, in Abruzzo a Vasto, nelle Marche ad Ancona e in Campania a Caserta. L’obiettivo è quello di creare almeno 1.600 nuovi posti in tutto il paese.
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