Era l’Ams l’azienda preferita di Fanelli
Scandalo farmaci: ai domiciliari M.V, già al vertice della società biomedicale di San Pietro Viminario
SAN PIETRO VIMINARIO. «Non è che faccio il boss, sono io e basta, comando io, ho creato un sistema». È il delirio di onnipotenza con cui Guido Fanelli, luminare delle cure palliative e terapia del dolore, spiegava a chi gli stava intorno il suo ruolo. Il sessantaduenne, direttore della struttura complessa di Anestesia, rianimazione e terapia antalgica dell’ospedale Maggiore di Parma, secondo gli inquirenti era la mente di un “vasto sistema di corruzione e riciclaggio” che coinvolge grandi aziende farmaceutiche italiane ed estere e che ha portato all’arresto di 19 fra medici e imprenditori operanti nel settore della commercializzazione e della promozione di farmaci e dispositivi medici.
Ingranaggio di questo sistema di potere era la Advance Medical System di via Europa 12 a San Pietro Viminario, attraverso il suo ex presidente M.V. Il dirigente, che abita a Villorba (Treviso), è finito ai domiciliari. I carabineri del Nas di Treviso l’hanno raggiunto solo nel primo pomeriggio, al ritorno in Italia dopo un periodo trascorso all’estero.
Nelle 536 pagine di ordinanza di custodia cautelare che inquadrano il “sistema” malato, viene descritto nei dettagli il rapporto diretto che c’era tra il professor Fanelli e l’Ams Group di San Pietro Viminario. Un rapporto alimentato e tenuto vivo da Vendrami. C’erano dei macchinari da acquistare? Dovevano essere necessariamente quelli della Ams. Il professore è arrivato al punto di indicare l’ordine nero su bianco, con una lettera diretta ai responsabili del servizio approvvigionamenti dell’ospedale di Parma. Sempre l’azienda di San Pietro Viminario si accaparra l’organizzazione del World Medicine Park tenutosi il 9, 10 e 11 maggio a Mallorca, in violazione dell’accordo Stato-Regioni che vieta a chi produce dispositivi medici di organizzare direttamente convegni per la divulgazione scientifica.
Fanelli chiamava i responsabili degli ospedali di mezza Italia per raccomandare l’acquisto dei dispositivi medici marchiati Ams.
M.V., secondo quanto raccolto dagli investigatori del nucleo anti sofisticazione, arriva anche a condizionare un concorso pubblico. In ballo c’era un incarico quinquennale di dirigente medico di struttura complessa “Terapia del dolore disciplina di anestesia e rianimazione” all’Usl 12 veneziana. Per qualche motivo la dottoressa Genni Duse non doveva vincerlo. Il professor Fanelli contatta telefonicamente prima Giorgio Berlot, all’epoca primario dell’azienda ospedaliera “Ospedali Riuniti Trieste”, e poi Giorgio Della Rocca, direttore della Clinica di Anestesia e Rianimazione dell’Azienda universitaria di Udine. Effettivamente Genni Duse non si aggiudica il posto.
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