Elezioni comunali a Venezia Orsoni sindaco al primo turno
Il responso alle urne è stato netto. Una sconfitta che pesa, quella di Venezia, dove il centrodestra puntava al ribaltone dopo quasi vent'anni di governo del centrosinistra e due mandati e mezzo di Massimo Cacciari
VENEZIA
. L'avanzata leghista si ferma ai bordi della laguna. Venezia si conferma una città fedele al centrosinistra, mentre Lega e Pdl, che avevano candidato qui uno dei ministri più popolari del governo Berlusconi, subiscono una sonora sconfitta. Giorgio Orsoni, avvocato cattolico, procuratore di San Marco e docente a Ca' Foscari, ha battuto nettamente il ministro Renato Brunetta, diventando sindaco al primo turno con il 51 per cento dei voti contro il 42,7.
Con lui una coalizione ampia, che va dalla sinistra all'Udc. "Voglio continuare il lavoro di Cacciari, un sindaco di cui ci ricorderemo per molto tempo", ha detto Orsoni. Per il sindaco filosofo, che lascia dopo 12 anni di governo, "Venezia è un laboratorio nazionale che dovrà andare avanti se vogliamo fermare la Lega, Un partito che non è affatto federalista ma di destra, e fa leva sulle paure della gente. Se Orsoni ha vinto vuol dire che in fondo non abbiamo governato poi così male".
"Sono stato vittima del fuoco amico", ha subito commentato Brunetta, "se la Lega mi votava vincevo al primo turno. I leghisti non hanno la cultura della coalzione". Dal voto regionale a Brunetta sono mancati infatti decine di migliaia di voti che erano andati al canaidato leghista Luca Zaia.
La Lega è passata dal 19 all'11 per cento nel territorio del Comune, e non è bastata la discreta affermazione della sua lista. Tiene il Pd come anche il Pdl, il partito di Bepe Grillo raccoglie oltre il 3 per cento dei consensi.
Ma alla fine Brunetta non passa, nonostante il grande spiegamento di forze e l'arrivo in laguna di ben nove ministri a fargli campagna elettorale. Nel nord dove sventola quasi ovunque la bandiera verde della Lega il centrosinistra governerà ancora Venezia per i prossimi cinque anni.
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