È legge il nuovo piano casa

Critica l'Ance: «Rimarrà congelato fino a novembre»
Marino Zorzato
Marino Zorzato
VENEZIA.
Il consiglio regionale ha approvato ieri, dopo cinque giorni di dibattito serrato, le modifiche al Piano casa, prorogato per altri due anni, fino a luglio del 2013 e ampliato a nuovi ambiti di applicazione. «Si tratta di modifiche - dice il vice presidente e assessore alla pianificazione urbanistica Marino Zorzato - che ne fanno un tetso coraggioso».


Il Piano ha incassato il voto favorevole anche di Pd e Idv, dato che sono state accolte le loro proposte sul mantenimento del controllo dei comuni negli interventi nei centri storici. È lo stesso Zorzato che elenca le novità più rilevanti del nuovo testo: «Gli ampliamenti del 20% a cui si aggiunge il 10% con l'utilizzo di energie rinnovabili, possono beneficire di un ulteriore 15% in presenza di un contestuale intervento di riqualificazione che porti la prestazione energetica dell'edificio in classe b. Per gli ampliamenti, inoltre, possono essere utilizzati i sottotetti esistenti al 31 maggio 2011. Il Piano - prosegue Zorzato - dà la possibilità di usufruire degli incrementi volumetrici ancorati all'uso di tecniche costruttive di edilizia sostenibile anche in caso di demolizione solo parziale dell'edificio». Per gli interventi nei centri storici il nuovo testo annovera gli edifici privi di grado di protezione, che possono quindi essere demoliti e ricostruiti.


Introdotta anche la possibilità di modificare la destinazione d'uso degli edifici e l'inclusione dei sistemi di captazione dell'energia solare, come le serre bioclimatiche, tra gli impianti che non contribuiscono a formare cubatura. Se per Zorzato si tratta di una legge «che valorizza il territorio e non lo deturpa affatto, consentendo ai cittadini di miglioerare la qualità del patrimonio esistente e rilanciando l'economia locale», perplessità vengono espresse dal presidente dell'Ance Veneto Luigi Schiavo: «Mi pare che il tetso definitivo ridimensioni le esigenze di tempestività e prontezza operativa, dato che il provvedimento rimarrà per gran parte congelato fino a novembre, in attesa che i comuni si esprimano sulle possibilità di escludere con il meccanismo del silenzio-assenso determinate aree dall'applicazione del Piano».


Al "tutto e subito" che avrebbero auspicato i costruttori, si frappongono le rivendicazioni dell'opposizione. La capogruppo del Partito democratico Laura Puppato ha dichiarato: «È una legge emergenziale, fatta per soccorrere economicamente una situazione disperata come quella dell'edilizia. Abbiamo impedito l'anarchia urbanistica, ripristinando la facoltà dei comuni di decidere per gli ampliamenti nei centri storici». Antonino Pipitone dell'Italia dei valori ha aggiunto: «Così il Piano casa è un'opportunità per le famiglie e non uno strumento di selvaggia speculazione edilizia».

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia