Dragan, l'appello dei sindacial via la raccolta di fondi
I sindaci di Roncade e S. Martino, insieme alla Nuova Venezia, alla Tribuna di Treviso e al Mattino di Padova, hanno dato il via a una sottoscrizione. Aperto un conto corrente per raccogliere fondi per la famiglia dell'uomo che ha commosso il Veneto. Il sindaco Rubinato: dal governo una medaglia e il permesso ai congiunti. E i genitori dei piccoli si difendono: "Non siamo fuggiti"

Il versamento può essere effettuato in qualsiasi filiale bancaria. Il conto è senza spese perché la Bcc vuole che alla famiglia arrivi l'intera somma raccolta. Il sindaco di Roncade, Simonetta Rubinato, si è attivata con il collega Giovanni Baggio, primo cittadino di San Martino di Lupari.
In Bosnia, Dragan, orfano di guerra, aveva moglie e due figli coetanei dei piccoli roncadesi salvati dal padre che non c'é più. La sua storia ha commosso il Veneto. Nella Marca vivono i fratellini salvati, il litorale veneziano è stato teatro della tragedia, nel Padovano viveva l'eroe.
I due sindaci, ieri, hanno fatto visita a casa di Zurica, sorella di Dragan, e del cognato Sveto. Il primo cittadino di Roncade assicura lo stanziamento di una somma per la famiglia di Dragan. E per l'eroe chiederà al governo un encomio solenne o la medaglia d'oro al valor civile: lo farà sabato, con il sottosgretario all'immigrazione, Marcella Lucidi, cui sottoporrà il permesso familiare. «Generosità e eroismo appartengono a tutte le etnie - ha detto - sia questa l'occasione per ripensare ai pregiudizi verso gli immigrati».
«Siamo costernati- esordisce il vicesindaco di San Martino di Lupari, Francesco Checchin - Dragan era una brava persona. Lavorando voleva costruirsi un futuro migliore, come sua sorella che ha comprato casa in paese: si vede la voglia di integrarsi. Con il suo lavoro provvedeva a moglie e figlie. Come amministrazione vogliamo essere vicini ai familiari, portando loro conforto e sostegno, ma anche un aiuto economico».
Una delegazione dell'amministrazione ha portato ai familiari le condoglianze del paese, mettendosi a disposizione. «La famiglia - conclude il sindaco Baggio - vuole portare la salma in Bosnia, chiede collaborazione per le pratiche dei permessi di soggiorno di moglie e bambine. Nel nostro paese potrebbero trovare una sistemazione migliore».
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