Dopo gli attentati subito una nuova sede per la Lega
Gli investigatori della Digos sembrano seguire un'unica pista per risalire agli autori degli attentati contro le sedi della Lega Nord a Spinea, Padova e Tombolo, quella che porta all'area no-global. Il procuratore di Venezia Vittorio Borraccetti: "Sono gravi intimidazioni, ma non direi che si possano descrivere come azioni terroristiche"
SPINEA
. «Avete visto? Poche ore e siamo tornati». Lancia la sfida Corrado Callegari, coordinatore provinciale della Lega Nord. Il Carroccio mostra i denti, per niente intimorito dallo scoppio che giovedì notte ha squarciato l’ingresso della sede mandamentale di piazza Taormina. «Ci siamo subito rimboccati le maniche e in un giorno abbiamo aperto una nuova sede. Un gruppo di deficienti, che tra l’altro hanno complicità a vari livelli, non può fermarci, neanche con le bombe. Anzi, vi dico una cosa: avremo ancora più forza dopo queste elezioni e ci penseremo noi a fare piazza pulita».
Con verve e toni tipicamente leghisti il giorno dopo l’attentato alla sua sede locale il Carroccio è di nuovo in piena attività. Gazebo davanti al municipio, con tutti i gadget «padani» (ci sono perfino i tatuaggi e le lattine di the, verde ovviamente), volantinaggio assiduo al mercato e sede nuova in piazza Fermi, di fronte all’ex centro clinico. Qui, in meno di 24 ore orei militanti hanno messo in piedi un quartier generale ancor più grande, con bandiere, manifesti e tutto il materiale da distribuire in questi ultimi giorni di campagna elettorale. E giusto per dare un segnale forte ai «nemici politici» (bandita in questo caso la parola avversario), ieri mattina i leghisti la loro nuova sede l’hanno inaugurata, chiamando a raccolta militanti e vertici di partito, da Callegari alla Zaccariotto (lo «sceriffo» Gentilini, atteso, invece non è arrivato).
E’ palese la volontà di lanciare il guanto di sfida ai «bombaroli che non hanno argomenti», dimostrando che nulla è cambiato dopo l’attentato, anzi il gruppo ne esce rinforzato nello spirito e nelle idee. Lo ha detto a chiare lettere anche la candidata alla Provincia Francesca Zaccariotto, accolta dai suoi al gazebo di via Roma come una star e accompagnata nella nuova sede di piazza Fermi tra due ali di fedelissimi in versione bodyguard. Ieri la sindaco di San Donà si è definita «molto spinetense», rimarcando la sua esperienza decennale in città. «Siamo col popolo e lavoriamo per la gente - ha detto - questo evidentemente disturba qualcuno. Sono venuta per dire agli amici di non mollare, ma vedo che non ce n’è bisogno. D’altronde chi cerca di dividerci ha visto che ottiene il risultato opposto: oggi siamo più uniti che mai».
Il candidato sindaco Edmondo Piazzi (sostenuto dalla lega) non esita a collegare l’atto di piazza Taormina a un’escalation di intimidazione presente già da tempo in città: «Partita con sfregi alle auto e proseguita con lettere anonime di minacce». A Scorzè intanto, altro comune chiamato al voto, la sezione locale del Carroccio ha deciso di presidiare notte e giorno la propria sede, mettendo a guardia militanti e simpatizzanti, per evitare che qualcuno possa prenderla di mira.
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