Dirigenti, Zaia non batte Galan

Il governatore leghista ha rivoluzionato gli uffici ma i tagli non si vedono, spese immutate
VENEZIA.
Hanno giurato e spergiurato che avrebbero ridotto i costi della politica, tagliato gli sperperi, economizzato le spese. Luca Zaia, che si vanta di essere un manager della politica, non perde occasione per ribadire che i leghisti stanno mantenendo l'impegno: non passa giorno che non elimini uno spreco in Regione, o non migliori una prestazione, o non faccia entrambi gli annunci. Con ciò lasciando intendere che non si può dire lo stesso del suo predecessore Giancarlo Galan. Come minimo.


E' così? La prima operazione cui Zaia era atteso, la riorganizzazione del personale (quasi 3000 dipendenti), è stata chiusa con la delibera 2361 del 28 settembre. Il presidente ha smantellato uffici e smembrato direzioni, ma ha anche costituito una selva di nuove Unità di progetto. Con nuove promozioni. Peccato che manchi ancora la quadra: la delibera con la nomina degli ultimi dirigenti viene rinviata da settimane. Non c'è intesa tra gli assessori. Non risulta all'ordine del giorno neanche della giunta di domani. Non c'è solo il malumore che ogni riorganizzazione del lavoro è destinata a creare tra il personale: i sindacati la contestano con motivazioni precise messe nero su bianco, i dirigenti non la difendono, chi sperava nel rinnovamento si sente tradito.


Le accuse si condensano in una: Zaia ha moltiplicato gli uffici non per migliorare l'organizzazione ma per inserire i suoi amici, soprattutto esterni, punendo la professionalità e le giuste aspettative dei quadri interni.


A quale delle due versioni credere? Abbiamo messo a confronto la macchina regionale guidata da Galan con quella «rifatta» da Luca Zaia. Le cifre che presentiamo sono state controllate ufficio per ufficio dal Coordinamento sindacale autonomo (Csa) che se ne assume la responsabilità. E volete sapere la novità? Hanno torto tutt'e due. I risparmi di Luca Zaia non risultano. Ma non risultano neanche gli sprechi. E' vero che ha ridotto i dirigenti da 66 a 53, ma il suo totale tra colonnelli e generali dà 246 mentre i gallonati dell'esercito di Galan erano 230, ben 16 in meno. Per di più se restringiamo il confronto a Direzioni e Unità complesse, come vuole il sindacato Csa, Zaia (53+42) batte Galan (66+12) per eccesso di promozioni: 95 a 78.


Ma vuol dire ben poco, perché la differenza che tocca direttamente la tasca dei contribuenti veneti è fatta dagli stipendi alla dirigenza. I capi delle Unità complesse hanno uno stipendio lordo di 80.917 euro l'anno. Più di loro guadagnano i dirigenti delle Unità di progetto: 93.466 euro lordi l'anno. E più ancora i dirigenti di Direzione: 113.386 euro lordi l'anno. Il confronto vero ai fini della spesa andrebbe dunque rivisto, perché Galan (66+11) batte Zaia (53+20) per 77 figure apicali contro 73. Ma anche questo dato è parziale, perché gli stipendi più alti sono quelli dei segretari regionali (171.820 euro lordi l'anno) e dei commissari (151.273 euro) e qui la pretesa di Zaia di aver ridotto i generalissimi rispetto a Galan (11 segretari invece di 13) va ridimensionata con il fatto che ha aumentato i commissari (7 al posto di 3).


Gira e rigira la spesa per gli stipendi non si schioda. Abbiamo cambiato tutto per non cambiare niente? Non vorremmo scrivere la storia del Gattopardo della Marca.

A parità di spesa interesserebbe che almeno la macchina regionale funzionasse meglio. E anche qui ti voglio: i sindacati sostengono che l'organizzazione è peggiorata e che l'impegno assunto dal vicepresidente Marino Zorzato di ridurre la dirigenza («in Regione la testa pesa troppo») è miseramente fallito.

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