Digitale terrestre, con un tasto si può evitare l'accesso ai canali a luci rosse

L’accesso a programmi vietati ai minori si attiva attraverso un codice segreto da digitare sul telecomando
Una delle conseguenze della rivoluzione digitale della televisione è l’interattività. Il termine si spiega solo in parte da sé.


Come si fa a godere dei servizi interattivi tv?
Anche in questo caso tutto comincia dal decoder e, quindi, dal suo telecomando.


E dunque esiste un tasto apposito del telecomando?
Sì, e questa volta non c’è una sigla strana c’è scritto quasi sempre “Interattivi” e si allude, come si capirà, ai canali interattivi. Naturalmente ci vuole un decoder particolare: è uno dei punti essenziali della questione.


Che decoder ci vuole per l’interattività?
Sono detti comunemente decoder ma si chiamano in gergo box interattivi (a differenza dei decoder normali che si chiamano in gergo zapper) perché dispongono di due caratteristiche che gli altri non hanno cioè la piattaforma interattiva Mhp e anche un sistema di accesso condizionato integrato (tecnicamente chiamato Cas). Quale sia la condizione si può intuire: è il pagamento. Questo sistema decodifica i segnali ma lo fa se è soddisfatta anche l’altra condizione, quella finanziaria.


Quindi quando si sceglie un tipo di decoder bisogna essere informati?
Un po’ sì, ma è importante decidersi sostanzialmente tra due opzioni: 1) se si vuole un semplice decoder; 2) o si vuole, magari in futuro, qualcosa di più, come, per esempio esempio, l’interattività.


Esiste un modo semplice di distinguere un decoder per servizi a pagamento?
Sì, ne esiste uno semplicissimo: il decoder deve avere uno o due slot (un modo moderno per dire fessura) nel pannello frontale. Questo o questi slot servono per e smart card con cui si paga il servizio.


Si sente sempre parlare delle smart card. Che cosa sono?
In inglese si significa carta intelligente, che capisce. In realtà è una carta soprattutto che paga.


Dove si trovano queste carte?
Si ricevono con un abbonamento o sono acquistabili nei negozi. Se ne possono controllare diverse, anche con differenti sistemi di codifica diversi. Esempio: esistono i canali “premium”, Mediaset e Dahlia tv.


Insomma per l’interattività a pagamento ci vuole per forza la smart card?
No, non è detto. Ma a oggi quasi tutti i canali a pagamento offrono questa possibilità, anche quelli sulla piattaforma satellitare di Sky.


Che differenza c’è tra la pay-tv e pay-per-view?
Sembra un gioco di parole ma sono due cose diverse: con la prima si paga un servizio per un certo periodo di tempo e con l’altra si paga una volta per vedere una determinata partita o un certo film: vale per una volta. E l’interattività serve per pagare questi servizi attraverso il telecomando.


Ci sono altri tipi di interattività televisiva?
Sì, c’è l’interattività via cavo che in Italia è rappresentata rappresentata da Fastweb ed è via Internet. Non c’entra niente, però, con il digitale terrestre, tanto è vero che non c’è bisogno di parabole né di smart card. Si sottoscrive un abbonamento, si può godere dei canali gratuiti e, attraverso questo mezzo, si possono però anche sottoscrivere altri abbonamenti.


Ci sono garanzie per i programmi vietati ai minori?

L’accesso a programmi vietati ai minori si attiva attraverso un codice segreto da digitare sul telecomando.


E guardando un film o una partita di calcio ci sono funzioni interattive?
Sì, attraverso il telecomando si possono selezionare un diverso canale audio: italiano o lingua originale nei film, commento principale o commento da tifoso nelle partite. E con il calcio si possono avere in sovraimpressione gli aggiornamenti dei parziali delle altre gare, la classifica, i marcatori. (l.f.)


RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia