Di Cicco: i soldi consegnati a emissari di banche svizzere
VENEZIA. Avrebbe chiamato in causa alcuni funzionari delle banche svizzere, Riccardo Di Cicco, nelle due ore di interrogatorio di garanzia, giovedì davanti al gip. L’ex cognato di Felice Maniero, 60 anni, in carcere a Belluno con l’accusa di aver riciclato il tesoro dell’ex boss della Mala del Brenta - 17 milioni di euro frutto di spaccio, rapine e traffico d’armi - con la complicità del broker Michele Brotini, 48 anni, avrebbe raccontato degli emissari delle banche elvetiche che si sarebbero presentati a casa sua, in Toscana, per prendere i soldi, tanti soldi, e portarli al sicuro oltralpe. La scelta di far venire in Toscana i funzionari delle banche invece che recarsi di persona in Svizzera sarebbe stata volta a minimizzare il rischio di essere intercettati con i soldi portati all’estero. Una affermazione, questa, che stride però con l’intercettazione telefonica tra l’attuale compagna di Di Cicco e un carabiniere. «Li ha portati su lui in Svizzera», dice la donna, «intestati a lui con un promoter di qua».
«Solo un terzo dei soldi sono di Maniero». Nel corso dell’interrogatorio Di Cicco avrebbe chiarito la provenienza, a suo dire, dei 17 milioni di euro: solo un terzo sarebbe arrivato direttamente dall’ex cognato Maniero attraverso la madre Lucia Carrain, mentre un terzo dei soldi sarebbero suoi. Quanto alla parte rimanente del tesoro, secondo Di Cicco sarebbe frutto del “nero” fatto con lo studio dentistico di cui è titolare a Fucecchio (Firenze). La Guardia di Finanza peraltro ha già sequestrato i registri contabili e tutti i documenti fiscali per chiarire se lo studio odontoiatrico avesse fatturati gonfiati anche per giustificare il tenore di vita extra lusso della famiglia Di Cicco.
«È stata una vendetta». Ne sarebbe convinto il dentista: Maniero si sarebbe auto denunciato, presentandosi a marzo ai pm antimafia di Venezia Paola Tonini e Giovanni Zorzi, per vendicarsi dopo che i rapporti tra lui e la sorella Noretta erano andati deteriorandosi. Di Cicco avrebbe anche ribadito che “Felicetto” era perfettamente a conoscenza del sistema messo in piedi per riciclare il provento di anni di malavita.
I rapporti con Brotini. Di Cicco avrebbe chiarito anche come, anni prima, aveva conosciuto il broker. La loro è una amicizia nata proprio perché Di Cicco avrebbe chiesto a Brotini come poter investire (riciclare, secondo l’accusa) al meglio i molti soldi a disposizione. Successivamente Brotini sarebbe diventato cliente dello studio odontoiatrico di Di Cicco.
Sequestri e interrogatorio. È fissata per venerdì l’udienza per la convalida dei beni sequestrati a Di Cicco e Brotini, tra cui le tre ville in Toscana con tutti i beni contenuti all’interno, soldi, gioielli, auto, orologi. Il difensore del dentista, Jacopo Folco Peruzzi, ha già chiesto la revoca della custodia cautelare in carcere o, in subordine, la revisione della misura. A breve presenterà la richiesta perché il suo assistito possa essere sentito dai pm veneziani.
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