Dalla Salvaguardia arriva l'altolà a Veneto City e Quadrante
Stop a Veneto City e al Quadrante di Tessera. Parere negativo a "ulteriori insediamenti" soprattutto nelle aree a rischio di allagamento. Un parere dirompente, quello votato all’unanimità dalla Salvaguardia. Dovrà anche essere "contenuto al massimo" l’ulteriore consumo di suolo. Priorità assoluta va data alle aree dismesse, "in particolare Porto Marghera attivando bonifiche e riusi compatibili". Un secco no anche per il Quadrante, lo sviluppo immobiliare della cosiddetta "Tessera city"
Il progetto di Veneto City
VENEZIA. Stop a Veneto city e al Quadrante di Tessera. «Numero chiuso» per le barche in laguna e limiti rigidi alle nuove darsene. Parere negativo a «ulteriori insediamenti» soprattutto nelle aree a rischio di allagamento. Un parere che potrebbe modificare l'intera politica urbanistica regionale, quello votato all'unanimità dalla Salvaguardia.
Tre pagine di prescrizioni votate all'unanimità al Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) che ne modificano l'impianto e andranno ora all'esame della commissione Urbanistica regionale con il parere favorevole delle Soprintendenze. Le prescrizioni votate sono 23. Tra le più importanti le indicazioni sui nuovi insediamenti produttivi. Viene vietata «l'urbanizzazione e l'edificazione di aree a grave rischio di allagamento», con l'invito ad approvare in fretta il Piano di Assetto idrogeologico (Pat). Dovrà anche essere «contenuto al massimo» l'ulteriore consumo di suolo, e lo svuotamento dei centri abitati per il decentramento delle funzioni. Priorità assoluta va data alle aree dismesse, «in particolare Porto Marghera attivando bonifiche e riusi compatibili».
Un secco «no» anche per il Quadrante, lo sviluppo immobiliare della cosiddetta «Tessera city», Piano approvato dalle giunte Galan e Cacciari che prevede un milione di metri cubi di nuovi edifici commerciali in gronda lagunare. Aree secondo i tecnici «ad alto rischio allagamento». «Nel polo produttivo di rilievo metropolitano regionale», si legge al punto 15, «venga prescrittivamente vietata la previsione negli strumenti urbanistici di nuove aree insediative, utilizzando le ampie aree disponibili negli ambiti aeroportuale e dell'Aev di Dese, già previste nel Piano regolatore vigente».
Uno stop arriva anche alla costruzione di nuove strade. Si potrebbe dimezzare il traffico dei pendolari e rendere più sicura la circolazione sulla Romea, scrive la Salvaguardia, completando ad esempio la linea ferroviaria regionale (Sfmr) per Chioggia e il tratto da Piove di Sacco a Chioggia. Infine un invito a «riconsiderare la scelta di nuove infrastrutture stradali lungo l'asse a sud del Naviglio Brenta». Prevedendo invece nuove fermate dell'Sfmr a Chirignago, Dese e Pili.
Il Piano della Provincia - testo approvato dalla giunta Zoggia poi in parte rivisto dalla giunta Zaccariotto - è stato pesantemente emendato anche nei primi articoli che riguardano la laguna. Le prescrizioni parlano di vietare il transito sui bassi fondali lagunari dei lancioni Gran Turismo e delle imbarcazioni con larghezza superiore a due metri e 30. Ma soprattutto viene istituita una «soglia limite del massimo numero di posti di ormeggio per barche compatibile con la tutela della laguna. Dovrà anche venire esclusa dal Polo nautico «l'ambito prospiciente il mare al Lido e Murano». Gli accessi e le darsene della gronda lagunare interna - verso la terraferma - dovranno essere riservati alle tipiche imbarcazioni lagunari.
Dovrà essere infine recuperato, si legge nel dispositivo finale votato dalla commissione, il Palav, Piano di area della laguna veneta. Strumento urbanistico spesso ignorato, di cui qualcuno chiedeva l'abolizione perché «troppo restrittivo» nella tutela della laguna. Quanto alla Tav, la Salvaguardia boccia l'ipotesi del passaggio sotto i fiumi e il parco invitando a considerare le altre due ipotesi previste dal Piano regionale dei Trasporti: i Bivi o l'asse ferroviario Venezia Trieste.
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