Dalai Lama veneziano ad honorem

La massima autorità spirituale tibetana: "Nel 1956 i rappresentanti del governo cinese ci dissero che il Tibet è un Paese speciale: già allora chiedemmo quindi una autonomia speciale per il Tibet"
Contro il "genocidio culturale in atto in Tibet" ha parlato il quattordicesimo Dalai Lama nel corso del conferimento della cittadinanza onoraria da parte del sindaco di Venezia Massimo Cacciari.


Il Dalai Lama ha ricordato che ai tempi di Marco Polo fu un Lama tibetano a convincere il gran khan a sospendere le esecuzioni "di centomila persone che ogni anno venivano gettate nel fiume; quel Lama fu amico di Marco Polo e ha salvato migliaia di cinesi". "Però il passato è passato - ha aggiunto - oggi le autorità cinesi hanno una visione estremamente restrittiva e miope. Il popolo, la cultura e la religione del Tibet vengono considerati un pericolo per la Cina, che deliberatamente è impegnata nello sforzo di eliminarli". I giovani che dal Tibet raggiungono l'India, dove ha sede il governo tibetano in esilio, "hanno meno coscienza della cultura tibetana di quelli nati e cresciuti in India: questo significa - ha proseguito - che in Tibet è in atto un genocidio culturale".


Pieno sostegno alla causa tibetana, "all'intelligenza con cui il Dalai Lama porta avanti la battaglia per la libertà e l'autodeterminazione di un Paese che ha sempre lottato per la propria indipendenza" è venuto dal sindaco.


Ricevuta la cittadinanza onoraria, il Dalai Lama ha ricambiato mettendo al collo del sindaco e del presidente del Consiglio Comunale Renato Boraso, la "kata", tradizionale sciarpa di buon augurio. La visita del Dalai Lama a Venezia è coincisa con l'acqua alta, che l'autorità spirituale tibetana ha commentato con simpatia: "Siete proprio una città d'acqua". Dopo la cerimonia, la massima autorità religiosa tibetana ha raggiunto la biblioteca Marciana, dove il presidente del Consiglio Regionale Marino Finozzi gli ha fatto dono della bandiera del Veneto.


Il Dalai Lama, acclamato all'uscita da una folla di sostenitori, è quindi salito in barca, salutandoli con lo sventolio della bandiera tibetana.

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