Da Venezia una lettera per Lodi «Insieme per l’uguaglianza»

Il docente Peressin ha letto un messaggio scritto da venticinque associazioni «Siamo nati da poco proprio per contrastare qualsiasi forma di discriminazione» 

VENEZIA. La rete di associazioni nata in occasione della manifestazione del 3 ottobre, continua a farsi sentire.

Questa volta la voce della trentina di realtà del territorio contro razzismo e discriminazione, è arrivata a Lodi nella persona di Claudio Peressin, docente di Italiano e Filosofia all’istituto Vendramin Croner. «Venezia ha portato il suo messaggio in una lettera che abbiamo scritto tutti quanti insieme» spiega Peressin «Eravamo tantissimi e provenienti da diverse città italiane. C’era anche un giornalista del New York Times, tantissime mamme di origine straniera che hanno condiviso con noi la preoccupazione di dover dire ai loro figli che non possono mangiare in mensa con gli altri compagni». La lettera veneziana inizia presentando i principi della neonata rete, quelli di tutelare e promuovere i diritti e una cultura dell’accoglienza.

«Consideriamo di estrema gravità quello che sta accadendo a Lodi» ha letto Peressin davanti alle centinaia di persone giunte per il presidio «Abbiamo accolto con grande felicità e sollievo la notizia della raccolta, da parte del Coordinamento Uguali Doveri, dei fondi necessari per garantire a questi bambini e bambine di poter usufruire della mensa scolastica fino a fine dicembre, data entro la quale speriamo vivamente di ottenere l’annullamento di questa discriminazione grazie al ricorso presentato al Tribunale di Milano contro il Comune di Lodi. Allo stesso tempo riteniamo indispensabile portare avanti azioni di protesta contro un regolamento che contrasta con le normative in materia di non discriminazione andando a colpire proprio i minori in un contesto, come quello scolastico, che dovrebbe garantire l’uguaglianza di tutti».

La Rete 3 ottobre, sorta nella giornata che ricorda le vittime dell’immigrazione, include tante realtà, da Emergency ad Amnesty, passando per La Casa di Amadou, ma soprattutto tanti cittadini trasversali che vogliono essere propositivi nei confronti di tutte le culture. —


 

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