Crocifissi in vetrina a piazza S. Marco
Massiccia adesione di negozi e bar alla proposta dell’antiquario Scarpa. Decine di volantini tra gioielli e vetri contro la Corte Europea
L’immagine di un crocefisso nelle vetrine di Piazza San Marco per dire no alla sentenza della Corte Europea sull’abolizione del simbolo religioso nelle scuole. L’iniziativa, promossa dall’antiquario Sebastiano Scarpa che ha la sua galleria sotto le Procuratie Nuove, ha contagiato in poche ore gioiellerie, negozi di vetri e bar. E così, da ieri mattina, il volantino ha fatto la sua comparsa praticamente ovunque, tra orologi di marca, argenti, vasi colorati, bibite, merletti e souvenir.
Si tratta di un semplice foglio bianco con l’immagine del dipinto del «Crocefisso» del Masaccio preso come simbolo della crociata che ormai sta dilagando un po’ ovunque. Riprodotta in decine di copie, riporta una frase di Natalia Ginzburg tratta dall’Unità di vent’anni fa: «Il crocefisso non genera nessuna discriminazione. Tace. E’ l’immagine della rivoluzione cristiana che ha sparso per il mondo l’idea della eguaglianza tra gli uomini fino allora assente».
L’idea aveva incominciato a frullare nella testa dell’antiquario veneziano all’indomani della clamorosa sentenza della Corte Europea. Nei giorni scorsi Scarpa ha incontrato monsignor Angelo Meneguolo da cui ha avuto il placet. Detto, fatto. Da uno dei mille libri d’arte che si rincorrono sulle pareti della sua galleria ha preso l’immagine del Cristo morente del Masaccio e l’ha stampata in decine di copie. Il tempo di consegnare il volantino ai negozianti e agli esercenti di Piazza San Marco che già era appeso in buona parte delle vetrine.
«Si tratta di un’iniziativa assolutamente apolitica e apartititca ma che arriva da un senso popolare e diffuso - spiega il giovane antiquario - Lo ripeto, non si tratta nè di politica nè di bigotti. Non per niente ho preso un passo della Ginzburg e come lei, pur non credenti, sono la maggior parte a pensare che non faccia del male a nessuno. Vorrei vedere se andassi a Kabul a vietassi a musulmani la Moschea. E’ solo una questione di rispetto, lo stesso che usiamo noi quando andiamo in punta di piedi a casa altrui».
L’iniziativa di Sebastiano Scarpa arriva insieme a petizioni, raccolte di firme e indignatissimi gruppi su Facebook che in questi giorni continuano a moltiplicarsi un po’ ovunque, coinvolgendo politico e semplici cittadini. Non solo.
Nei giorni scorsi il presidente del Consiglio comunale Renato Boraso aveva spedito un crocifisso ai membri della Corte Europea. Per l’esattezza, ha fatto confezionare centocinquanta pacchetti contenenti altrettanti crocifissi che aveva comperato qualche tempo fa per appenderli negli uffici pubblici che ne erano sprovvisti.
«Le Brigate Rosse spedivano pallottole - aveva spiegato la sua iniziativa Boraso - io mando invece crocifissi». E, nel frattempo, l’alleanza di Centro ha indetto una manifestazione per domenica 15 novembre: la distribuzione di crocifissi in Piazza San Marco e in Piazza Ferretto.
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