Costa accusa: "Spreco di competenze"

Escluso dagli organismi regionali del Pd, Paolo Costa, europarlamentare uscente e presidente dell’Autorità portuale di Venezia, non insiste per ricandidarsi alle prossime elezioni europee ma si fa da parte con una lettera-denuncia al segretario regionale Paolo Giaretta. Il Pd replica: faremo senza di lui
VENEZIA.
Strappo tra Costa e il Pd, e addio al seggio in Europa. Con una lettera al segretario regionale del Pd, Giaretta, il deputato europeo uscente e presidente dell’Autorità portuale di Venezia Paolo Costa apre la polemica con il suo partito che l’aveva escluso dalle liste per le Europee di giugno e, giocando d’anticipo, annuncia di non volersi più ricandidare. Insomma, torna la conflittualità permanente tra Paolo Costa e il centrosinistra.


Quali saranno le conseguenze della lettera con cui ritira la disponibilità a candidarsi alle Europee? E’ solo l’amara presa d’atto del fuoco di sbarramento del Pd veneto o l’apertura di un altro capitolo del braccio di ferro? Bisognerà attendere quantomeno fino a dopo le elezioni, quando sapremo che ne sarà del centrosinistra e del Pd. Intanto registriamo l’ennesimo strappo.


Ma tutto è iniziato nel 2000 quando i Ds opponevano Michele Vianello alla poltrona di sindaco. Allora fu Massimo Cacciari, l’avversario di oggi, a sostenerlo. Salvo pentirsene poco dopo. Il tormentato rapporto tra Costa e il centrosinistra torna a diventare incandescente nel 2004, quando l’allora sindaco vuole ricandidarsi alle Europee. In tal modo l’anno dopo avrebbe potuto ricadidarsi anche a sindaco. Ma non fu così e puntando all’Europa incrinò il rapporto con Ds e Margherita. Di fatto fu un’uscita anticipata da Ca’Farsetti, dove nel 2005 sostenne Felice Casson in contrasto con la Margherita che presentò Cacciari, che venne eletto. Ma non finisce qui. Perché alle Primarie del Pd del 14 ottobre 2007 torna all’ordine del giorno il caso Costa. E’ candidato nella lista di Rosy Bindi, ma i bindiani veneziani ne farebbero volentieri a meno. Alla fine passa la sua candidatura. Ma dopo un anno Costa va alla presidenza dell’Autorità portuale su proposta del governatore Giancarlo Galan contro il parere di Cacciari e Zoggia.


E’ vero che era stato Prodi ad indicarlo, prima di andarse da Palazzo Chigi, ma la nomina l’ha poi fatta Berlusconi dopo che l’esecutivo di Prodi l’aveva nominato commissario per il Dal Molin di Vicenza. Una poltrona scomoda che non l’ha certo aiutato a renderlo popolare nel centrosinistra. Il resto è cronaca di ieri. Mentre Costa invia la lettera che pubblichiamo, a Roma la segreteria nazionale del Pd ratifica le candidature per le Europee. Ci saranno Flavio Zanonato (sindaco di Padova), Laura Fincato (Venezia), Franco Frigo (Padova) e Gabriele Frigato (Rovigo). Nessun candidato di Vicenza, Verona, Belluno e Treviso.

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