Comitati tra rabbia e sberleffo«Meritate la Pantegana d’oro»

MESTRE.
I comitati hanno dato voce alla protesta del popolo degli allagati, ieri pomeriggio al palasport Taliercio, alla riunione straordinaria del Consiglio comunale.
Luciano Pasinetti
del comitato Un nuovo volto per Mestre ha aperto gli interventi affermando: «E' vero che è stato un evento eccezionale quello del 26 settembre, ma bisogna evidenziare che è stata anche la conseguenza di vari eventi in crescendo e quindi ci dovevamo preparare».

 
Paolino Causin
del Comitato per la qualità della vita del Terraglio, invece, ha portato l'attenzione sui problemi della sua zon: «In 40 anni non avevamo mai conosciuto l'acqua alta in tutta la nostra zona ma dall'anno scorso, a causa della cementificazione dell'area Aev abbiamo avuto tre allagamenti».

 Poi è intervenuto
Mauto Olivi
, presidente del comitatone degli allagati della terraferma, che unisce ben 11 comitati. «Finalmente signor sindaco - ha detto ironicamente Olivi - si è degnato di incontrare la cittadinanza, dopo averci snobbato la scorsa settimana, una cosa di cui dovrà risponderne non a noi ma al padre eterno. Chiediamo a Cacciari di confermare o smentire dichiarazione dell'amministratore delegato di Vesta Razzini sui fondi stanziati fogne dirottati per il tram. Poi, le 31 ordinanze di demolizione delle opere abusive di via Valleselle, a Catene, riguardano anche manufatti autorizzati dal Comune, col parere positivo del consorzio di bonifica Sinistra Medio Brenta, per cui dei cittadini hanno pagato il canone di locazione. Vogliamo conoscere i responsabili comunali di questa mostruosità».

 Per
Luciano Callegaro
del Comitato di Mestre, dopo un anno di incontri con i responsabili comunali, «finalmente il palazzo ha detto la verità: la rete delle acque nere è al collasso e messa in crisi dalle acque bianche». «Voglio sapere - ha aggiunto il cittadino - se il sindaco è deciso a scovare i responsabili di quello che è successo».

 Tra i problemi evidenziati anche quelli di via Einaudi da
Sergio Ladini
: «C'è un dosso in via Castelvecchio che lascia passare acqua come un fiume, dobbiamo fare delle paratie, le facciamo noi o il Comune?».

 
Alessandro Zanchini
del comitato di via Casona, invece, ha posto la questione dei due palazzoni Ater vicino al parco Albanese. «Il primo edificio - ha detto - è stato finito nel'76 e il secondo nel'79. Da quella volta andiamo sempre sott'acqua, perché sono stati costruiti 93 cm sotto il piano della strada. Vorremo conoscere i responsabili, per dargli il premio pantegana d'oro, visto che da quella volta finiamo allagati tutti gli anni».

 
Paolo Dalla Francesca
del Comitato di via Toti, invece, si è chiesto se ci sia bisogno di un commissario straordinario, «per sapere che bisogna aumentare le capacità delle fogne».

 Da Mestre, si è passati a Malcontenta con
Nelvio Benin
, portavoce dellla delegazione di zona di Malcontenta, che ha detto: «Malcontenta è una della più colpite, non ci sono parole che possano esprimere la rabbia dei nostri cittadini di fronte ad una tragedia annunciata, che forse non si poteva evitare ma minimizzare sì».
Giorgio Minto
della delegazione di zona di Catene, invece, ha denunciato che dopo una riunione del 13 dicembre con il consorzio Medio Brenta, Vesta, Comune e Municipalità, sono stati presi degli impegni, per risolvere l'emergenza allagamenti, «dopo di che c'è stato un silenzio assordante».

 
Francesco Peverieri
dell'assemblea autoconvocata, invece, ha definito gli allagamenti del 26 settembre un «disastro colposo», visto che ci sarebbero da anni studi scientifici che definiscono il nostro territorio a rischio idraulico. Ma c'è stato anche chi come
Roberto Trevisan
dell'assemblea permanente contro il rischio chimico ha chiesto l'istituzione di un «osservatorio permanente dei cittadini, per controllare il futuro lavoro del commissario straordinario». 
Stefano Michieletto
del Comitato No Mose, dal canto suo, ha affermato che si stanno spendendo 4,3 milioni, per il Mose, «per fermare l'acqua alta di Venezia, quando è Mestre ad allagarsi».

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