Cieca in gelateria con il cane: cacciata dai gestori
"Mi sono sentita umiliata come mai in vita mia. E tutto perché sono non vedente". Graziella Zuccarato accarezza Giove, il cane guida che è i suoi occhi. E che ha scatenato la reazione degli inservienti di una gelateria di Mira. "Quando sono entrata", racconta la donna, "una delle due donne al banco mi ha intimato di fare uscire il cane". Ora scatterà la denuncia. La titolare si scusa: "Colpa delle banconiere"
MIRA. «Mi sono sentita umiliata come mai in vita mia. E tutto perché sono non vedente». Graziella Zuccarato accarezza Giove, il cane guida che è i suoi occhi. E che martedì sera ha scatenato la reazione degli inservienti della gelateria «Girasole» in via Nazionale a Mira.
Tutto è iniziato martedì sera quando lei, assieme all’inseparabile Giove, uno splendido labrador nero di un anno e mezzo, aveva deciso di prendersi un gelato con un’amica. «Quando sono entrata», racconta Graziella Zuccarato, professoressa in pensione e presidente provinciale dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti, «una delle due donne al banco mi ha intimato di fare uscire subito il cane». Inutile la spiegazione che si trattava di un cane guida, con tanto di simboli di legge e dei finimenti speciali per poter condurre una persona non vedente. Un cane quindi cui la legge permette di entrare ovunque. «Non c’è stato nulla da fare - racconta amareggiata la professoressa Zuccarato - ho spiegato semplicemente che era il mio cane guida e che sono cieca. Mi è stato ririsposto che dovevo uscire. Inutile anche ricordare la legge. “Questa è proprietà privata e lei fa quello che le dico”, mi ha urlato una inserviente. Mi sono sentita morire, ma non ho ceduto».
Nella gelateria intanto tra la decina di persone in attesa prima della docente in pensione ci sono state numerose proteste per il comportamento del personale: «Alcune persone mi hanno dato man forte, dicendo che allora sarebbero andate a prendere il gelato altrove, ma io le ho invitate a rimanere, e siccome la donna al banco insisteva, le ho detto che avrei chiamato i carabinieri, ma che per nulla al mondo avrei rinunciato al mio diritto di avere un gelato, trattandosi di un esercizio pubblico. Ho atteso il mio turno e, pagato il mio gelato, sono finalmente uscita».
Ora scatterà la denuncia: «Voglio andare a fondo e domani andrò nella stazione dell’Arma a fare denuncia». Indignata anche l’assessore ai servizi sociali Margherita Gasparini: «E’ un atto da condannare. La legge parla chiaro, i cani di ausilio possono entrare in tutti i locali pubblici. Un caso spiacevole: le persone vanno educate al rispetto verso tutti ma in certi casi serve un gesto forte che possa essere un monito in futuro».
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