Chimica, sciopero il 15 febbraio
Venezia. Clima teso all’assemblea al Capannone di Marghera, fischi e urla contro Bruno Filippini. Sorte di Montefibre: battibecco tra Cacciari e Palasgo (Api)
PORTO MARGHERA.
Fischi e urla contro il consigliere comunale dell’Idv ed ex segretario dei chimici della Cgil, Bruno Filippini. Feroce battibecco tra il presidente dell’Api, Palasgo, e quello di Confindustria, Brugnaro, sulla possibile acquisizione di Montefibre. Qualche applauso all’assessore provinciale Malaspina che accusa Cacciari di non sostenere la cordata che vuole acquisire e rilanciare Montefibre e applausi scroscianti anche al sindaco che ha ignorato le accuse di Malaspina e accusato a sua volta l’Eni di mandare a monte anche la possibile acquisizione di Vinyls e di tutto il ciclo del cloro da parte del gruppo Ramco.
Al Capannone di Marghera, gremito di lavoratori del Petrolchimico e di Nuova Pansac di Mira, ieri si è tenuta l’ennesima assemblea che si è conclusa con la dichiarazione di sciopero con manifestazione per il prossimo 15 febbraio. Un’assemblea tesa e cupa di lavoratori - in gran parte già in cassa integrazione o in procinto di andarci col rischio di non rientrare più in fabbrica - a cui ha partecipato anche il sindaco Cacciari, che dal pulpito ha di nuovo attaccato l’Eni, colpevole, secondo lui, di mandare a monte anche il tentativo di acquisizione di Vinyls e del clorosoda avanzato dal gruppo arabo Ramco, già in affari con Fiorenzo Sartor, azionista unico di Vinyls. Cacciari ha aggiunto che «già un mese fa era possibile chiudere l’affare con Ramco» la quale avrebbe mandato ieri una lettera al ministero.
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