«Chimica finita», Galan spiazza la sua maggioranza

Viafora: «Atteggiamento irresponsabile». Meneghetti: «Il governatore si dimetta»
MARGHERA. All’indomani dell’assemblea sindacale che ha deciso uno sciopero nazionale «per salvare la chimica» e nello stesso giorno in cui i consiglieri regionali incontrano in Capannone i lavoratori, il «governatore» del Veneto, Giancarlo Galan, fredda tutti tornando a ripetere che «bisogna avere il coraggio di dire con onestà che la chimica, a Venezia, è finita e che a Porto Marghera bisogna fare qualcosa di nuovo e di diverso». Immediate le prese di distanza dei consiglieri regionali e le repliche dei sindacati che chiedono le dimissioni del presidente della Regione.


Galan ha deciso di rispondere proprio ieri, mentre i consiglieri regionali della Commissione Attività produttive incontravano i rappresentanti sindacali, alle critiche dei sindacalisti che accusano la Regione di «ambiguità». Un atteggiamento ondivago in quanto per bocca dell’assessore Renzo Marangon sostengono che la chimica vada salvata, mentre il «governatore» dice esattamente il contrario. «Prima ci rendiamo conto e meno saranno le sofferenze per quelli che ne avranno a patire - ha ribadito Galan -. Non c’è più c’è spazio per la chimica a Venezia e i politici dovrebbero avere il coraggio di dirlo e di creare fin da oggi le alternative. Si smetta, quindi, la solita retorica sulla chimica del cloro e si inventino nuove fonti, perché c’è un grande spazio per l’industria avveniristica».


Immediata la replica del segretario regionale della Cgil Emilio Viafora: «Galan ha un atteggiamento irresponsabile. Si abbia il coraggio di convocare il Consiglio regionale e lì confrontarsi con le parti sociali, anche con chi dovrebbe produrre, per vedere lo stato reale delle questioni. Avevamo salutato con grande interesse - insiste Viafora - la visita della commissione Attività produttive del Consiglio regionale al Petrolchimico. Ma affermare che si è per la chimica, chiedendo la chiusura del cloro è un paradosso, in contraddizione con quello con diceva lo stesso Galan fino a dieci giorni fa e con quello che afferma il ministro dell’Industria».


Le parole di Galan hanno sollevato un vespaio di polemiche in un ampio fronte politico e sindacale. Il segretario provinciale dei chimici Cisl, Maurizio Meneghetti, che dal Capannone ieri ha chiesto le sue dimissioni accusandolo di «fare campagna elettorale sulla pelle dei lavoratori, creando una marea di disoccupati e di macerie», Galan ha risposto poco dopo con una seconda nota: «Cari sindacalisti, la campagna elettorale non c’entra, non inventatevi avversari di comodo. Bisogna guardare al futuro di Marghera con progetti all’altezza di uno sviluppo economico, culturale e ambientale utile all’intero Paese. Intanto, nessuno deve perdere il posto di lavoro e possa usufruire di tutti gli ammortizzatori sociali possibili».


I primi ad essere spiazzati dalle dichiarazioni, peraltro non nuove, del «governatore», sono stati i consiglieri regionali presenti ieri in Capannone che si stavano impegnando a convocare una seduta straordinaria del Consiglio regionale proprio sotto il Capannone. «Le dichiarazioni di Galan non fanno che creare confusione e sconcerto e mettere le imprese in condizione di scappare da Porto Marghera - ha replicato il vicepresidente della commissione regionale, Lucio Tiozzo (Pd) -. Forse non sa o si è dimenticato del fatto che il consiglio regionale tutto difende, come chiedono i sindacati, l’applicazione degli accordi del 2006 che prefigurano un futuro per la chimica e non la sua dismissione».


Il segretario della Cgil veneziana, Sergio Chiloiro - presente ieri all’incontro tenutosi in Capannone - si è augurato «che le forze politiche della Regione trovino il modo di sostenere, anche in maniera trasversale, una soluzione che mantenga l’occupazione e la chimica a Marghera. Oggi non ci sono più all’orizzonte le prospettive di ricollocazione o di rinconversione professionale: per questo serve, come già in altri Paesi, l’intervento dello Stato e l’impegno, per quanto riguarda la chimica, dell’Eni».


Anche per il segretario nazionale della Uilcem, Augusto Pascucci «la dichiarazione di Galan è controproducente poiché siamo in una grave crisi e senza la chimica il Veneto andrebbe in una crisi ancora più profonda».
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