Casinò, pignoramento bis

Un altro blocco di beni per 4 milioni. Causa giudiziaria sulle mance, il presidente Pizzigati: «A rischio i 107 milioni a Ca’ Farsetti»
E’ in arrivo un nuovo e più robusto pignoramento per il Casinò, dopo quello da circa 3 milioni di euro disposto dall’Ufficiale Giudiziario su richiesta dell’avvocato Aldo Campesan che rappresenta una parte dei croupiers che reclamano il pagamento delle mance arretrate e secondo loro dovute dalla casa da gioco, e che hanno vinto il primo round di fronte ai giudici del lavoro di Venezia.


Già pignorate il 74 per cento delle quote di Venezia Marketing e Eventi e l’intero capitale sociale della Meeting and Dining service, l’altra società di servizio che si occupa della ristorazione della casa da gioco, ma anche del merchandising e della valorizzazione del suo marchio. Ma ora arriva la replica, come conferma l’avvocato Francesco Acerboni, che rappresenta un’altra fetta dei croupiers vincitori della causa contro la casa da gioco.


«Anche noi abbiamo chiesto il pignoramento di beni patrimoniali del Casinò - conferma il legale - per un importo di 4 milioni e mezzo di euro e solo per un caso non è stato ancora notificato alla casa da gioco prima di quello degli altri».


Probabile, a questo punto, che il Casinò non possa versare quest’anno al Comune i 107 milioni di euro di contributi previsti dalla convenzione con la casa da gioco, vitali per Ca’ Farsetti, ed è invece certo che le due cordate di privati entrate in Venezia Marketing e Eventi - quella guidata da Verona Fiere e quella capitanata dagli imprenditori Cesare De Michelis e Massimo Colomban - non sottoscriveranno l’aumento di capitale della società. Sono due delle conseguenze del momento difficile che vive il Casinò e dei pignoramenti.


«Questo pignoramento - commenta il presidente della Casinò spa Mauro Pizzigati - colpisce al cuore il Casinò, perchè blocca due società strumentali che hanno entrambe il compito di valorizzare il marchio della casa da gioco, l’una attraverso gli eventi tradizionali della città, l’altra, oltre che con la ristorazione della clientela, con il merchandising.


Abbiamo già chiesto la sospensione del provvedimento e siamo fiduciosi nel giudizio di appello, ma intanto dovremo comunque prevedere in bilancio accantonamenti per circa 8 milioni di euro, oltre a un rigido controllo del budget delle spese e a tagli su sponsorizzazioni sportive, sostegno ad associazioni e consulenze». Ma potrebbe non bastare e allora sono a rischio anche i 107 milioni della convenzione con il Comune, cone conferma lo stesso Pizzigati, alla luce dell’andamento degli incassi.


«Nonostante un costante aumento degli ingressi - commenta il presidente del Casinò - il 2008 si è chiuso con un calo degli incassi del 3,6 per cento sul 2007, e i primi due mesi del 2009 indicano un ulteriore calo vicino al 7 per cento. Faremo tutto il possibile per invertire la tendenza, ma è ormai chiaro che il 2009 sarà un anno di lacrime e sangue. La convenzione con il Comune prevede che se il calo degli incassi del Casinò sia superiore al 5,5 per cento la convenzione possa essere rivista, ma, al di là di questo, c’è piena sintonia con il sindaco Massimo Cacciari sul fatto che se le misure di contenimento da noi adottate non dovessero bastare, anche per il continuo calo di incassi, i 107 milioni di euro di contributo saranno rivisti al ribasso».


Intanto per Venezia Marketing & Eventi le due cordate private non hanno sottoscritto l’aumento di capitale e avranno, perciò, con il 26 per cento in totale, un solo consigliere in Cda, mentre il Casinò ne designerà un quarto, accanto ai tre già nominati. Il capitale sociale resterà a 2 milioni e 130 mila euro, perché neanche il Casinò, a questo punto, aumenterà le sue quote, versando nuovo denaro.
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