Casellati candidata in Basilicata. Marin rinuncia. Elezioni, le sorti dei veneti

Sarà la bolognese Annamaria Bernini la capolista di Forza Italia. «La presidente del Senato può vincere ovunque»

Albino Salmaso
Maria Elisabetta Alberti Casellati e Marco Marin
Maria Elisabetta Alberti Casellati e Marco Marin

PADOVAColpo di scena nelle liste di Forza Italia. La presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati sarà candidata in un collegio “superblindato” in Basilicata e non farà la campagna elettorale a Padova, la sua città, né a Venezia, che l’aveva eletta nel 2018.

E in Veneto arriva Annamaria Bernini, bolognese, presidente del gruppo a palazzo Madama, che proprio 4 anni fa contese alla Casellati la guida della seconda carica della Repubblica: allora l’asse del Nord Lega-Fi con la spinta del M5s finì per prevalere sulle logiche romane. Il nuovo corso del partito, affidato a Tajani, Marta Fascina e Licia Ronzulli ha rimesso in gioco antichi e consolidati equilibri territoriali con l’incrocio delle candidature. L’uscita di scena del senatore Niccolò Ghedini, di cui oggi si celebrano le esequie a Santa Maria di Sala, ha agevolato una deregulation che rischia di disorientare gli elettori. Con l’avvocato di Berlusconi in cabina di regia nelle trattative con il centrodestra, assieme a Gianni Letta, mai e poi mai la Casellati sarebbe stata “sfrattata” dal suo Veneto.

Il motivo ufficiale del “trasferimento” in Basilicata è legata al suo standing: una figura istituzionale così prestigiosa può essere candidata in qualsiasi collegio, da Bolzano ad Agrigento. Annamaria Bernini, che sarà capolista al Senato a Venezia, difficilmente avrebbe strappato la riconferma a Bologna nella sfida contro Casini. La presidente del Senato, eletta nel 1994 con Berlusconi e tra i fondatori di Forza Italia, avrà il delicato ruolo di rilanciare l’immagine del partito in una terra storicamente legata alla Dc.

Da Roma arriva un’altra sorpresa: la rinuncia di Marco Marin (lista Toti) a candidarsi in un collegio “blindato” in Campania. Lui e il senatore Gaetano Quagliariello gettano la spugna. «Credo di poter dire con orgoglio e onestà di essere uno dei rarissimi esponenti che ha rifiutato la rielezione per rispetto degli equilibri della coalizione», spiega Marco Marin, protagonista della scissione da Fi che ha fatto nascere Coraggio Italia di Brugnaro.

«Non ho mai fatto politica pensando alla poltrona, il mio impegno continua», conclude Marin. 

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