Caro-tassi, rischio stangata da 260 milioni

Col previsto aumento Bce del costo del denaro ogni azienda pagherà 570 euro in più
VENEZIA. Il previsto aumento da parte della Bce del costo del denaro di uno 0,25% potrebbe significare per le imprese italiane una «stangata» da 2,4 miliardi con un incremento medio annuo per impresa di 455 euro.


Per le imprese venete, in particolare, il costo complessivo ammonterebbe a 260,5 milioni e l’incremento medio annuo sarebbe superiore alla media italiana. E cioè pari a 570 euro per impresa. Lo rileva la Cgia di Mestre, dopo aver calcolato gli effetti economici che la decisone della Bce potrebbe provocare sui bilanci delle aziende italiane. Nei giorni scorsi, la banca centrale europea, nel tentativo di contenere la spinta inflazionistica che sta attraversando l’area dell’euro, ha annunciato che innalzerà il Tasso ufficiale di sconto all’1,25% (aumento previsto +0,25%). Pertanto, a fronte di un livello di indebitamento delle nostre imprese nei confronti del sistema bancario italiano pari a 961,4 miliardi (dato riferito a dicembre 2010), la Cgia ha stimato un incremento degli interessi annui a carico delle aziende pari a 2,4 miliardi.


«Intendiamoci - afferma il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - la decisione della Bce di aumentare i tassi di interesse determinerà un incremento del costo del denaro a livello locale superiore allo 0,25%. Pertanto, possiamo dire con certezza che il costo aggiuntivo di 2,4 miliardi è sottostimato.


«Non è nemmeno da escludere - aggiunge - che questa operazione penalizzerà in maniera più pesante le piccole imprese delle grandi. Infatti, per un piccolo imprenditore il potere contrattuale nei confronti del sistema bancario è spesso molto modesto. Cosa diversa è quando al tavolo della trattativa con una banca si siede una grande impresa: questa può contare su un peso politico molto diverso da quello esercitabile, ad esempio, da un artigiano o da un commerciante».


Secondo la Cgia, a livello territoriale saranno gli imprenditori lombardi e del Nordest a pagare il conto più salato. Per i primi, a fronte di un indebitamento complessivo di 266,6 miliardi, ciascuna impresa subirà un aumento dei costi di 809 euro l’anno. Per i secondi, gli incrementi di spesa saranno altrettanto importanti. Per le aziende del Trentino Alto Adige (debito complessivo 29,2 miliardi), l’incremento medio annuo dei costi per impresa sarà di 715 euro; per gli emiliano-romagnoli (esposizione di 106,2 miliardi), l’aumento di spesa pro-azienda sarà di 620 euro; i veneti a fronte di un debito complessivo pari a 104,2 miliardi, pagheranno 570 euro pro-azienda in più all’anno.
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